Un saluto a un vecchio amico…
L’amore è una fonte di magia, e un’incantevole fonte di ispirazione. E’ la mia musa preferita. Quando si è innamorati si scrive meglio. Le storie fluiscono via, dal cervello alle dita alla tastiera, senza ostacoli, libere, e anche – perché no – un po’ anarchiche. E anche io, quando sono innamorata, sono libera. In quanto all’anarchia, è una mia vecchia passione, alimentata dai volantini che venivano affissi in una bacheca sotto l’arco dell’orologio del centro di Imola, in via Emilia.
La storia di “Le Radici del Male” comincia proprio con la storia d’amore per Antonio.
Nel primo “settore” di quella che io ho poi definito “trilogia del male”, battezzato “Giù, nel delirio”, Antonio Giordani è un fotografo di incubi, che brancola nel buio della solitudine; una solitudine costellata di orrore, e incontra il suo alter ego femminile, la pittrice degli incubi Grazia Greuter. Insieme i due scendono ancora più giù di quanto siano mai scesi, per poi risalire purificati nel loro amore.
"Giù nel delirio" è una storia romantica, dove il legame tra due esseri costretti a rotolarsi nel fango, e che poi troveranno la salvezza proprio grazie all’amore, è il cardine fondamentale, che viene ripreso nell’ultima parte, "Soluzione finale". Devo dire che ancora adesso, a distanza di anni (dieci, da quando l’ho scritta) questa storia non ha nessun cedimento, non mostra i segni dell’età, resta davvero potente. Che si parli di amore o di un libro come "Le radici del male", al di là di tutti gli ostacoli, del tempo che passa, delle incomprensioni, al di là delle distanze, o anche dell’impossibilità di realizzare i propri sogni, è bello pensare che resti un sogno, una zona incontaminata, che prima o poi risorgerà.
Voglio sperare insomma che anche l’amore, quello vero, in generale possa seguire un corso simile a quello del mio libro del cuore, e avere un uguale destino.
Alda Teodorani