Alcuni sono cuciti a mano, altri realizzati con i cartoni dei supermercati. Le forme, poi, sono sempre varie e fantasiose: a fisarmonica, da taschino, apribili su più lati. Tutti artigianali, autoprodotti dall’inizio alla fine, e magari creati con materiale da riciclo. Ma attenzione, sono tutti libri veri e da leggere. Benvenuti a Liber, il primo salone dell’editoria creativa e autoprodotta. Il 10 e l’11 settembre nei saloni dell’associazione culturale Van-Ghè è stata data una scossa al bon ton editoriale.
La parola d’ordine è stata creatività. Ogni piccolo scarto, apparentemente inutile, si è rivelato strategico per sorprendere e animare uno spazio editoriale decisamente poco allineato. Biglietti dell’autobus vidimati, cartoline promozionali di eventi degli anni passati, stralci di poesie scritti su fogli riciclati: le variazioni sul tema libro non potevano lasciare indifferenti. E se le copertine realizzate con i dischi di vinile sono già state viste, che dire di quelle create con le lastre radiografiche?
Gli espositori
Con piccole tirature, non paragonabili a quelle dei grandi circuiti di distribuzione, le case editrici che hanno animato il weekend milanese sono state Libera e Senza Impegni, Pratiche dello Yajè, Troglodita Tribe spaf (società per azioni felici), Laboratorio di Cromografia di Claudio Jaccarino, Emme, fanzine letteraria Le Tre Piume, Satori, Edizione dell’Autrice, Semiserie, Edizioni Stelle Cadenti, Edizioni Innesto Irreale, Unica Edizioni, Centro Studi Canaja, Seautos-Prod, CollettivoMensa, A Mano Lìbera, Bolo, The Vegetable Man Project, AttilaMarcel Studio, LiberaLibretti, Lieve Malore. Nomi poco noti, ma apprezzati nel circuito indipendente.
I contenuti
I temi trattati nel corso del festival sono stati in linea con gli argomenti che animano le pagine dei libri: coscienza ed ecologia, impegno e libertà, intelligenza e utilità sociale del bello.