Tre italiani al festival di Venezia

Tre italiani al festival di Venezia

L'Italia sarà rappresentata da tre film: «L'intrepido» di Gianni Amelio, «Via Castellana Bandiera», esordio dietro la macchina da presa di Emma Dante, e «Sacro Gra», documentario di Gianfranco Rosi. Questi sono gli assi di casa nostra che concorreranno per il Leone d'oro alla settantesima edizione del Festival di Venezia.

Incrociando le dita per i colori italiani la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia, si terrà al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2013, diretta da Alberto Barbera.

70 anni e non sentirli

La 70esima Mostra del Cinema di Venezia sarà un’edizione dedicata al nuovo e alla gioventù. Film e ospiti accontenteranno gli amanti del cinema di tutte le età. Lo dimostrano le anticipazioni comunicate dalla Biennale. Film di apertura? Gravity di Alfonso Cuaron, opera che mescola i generi più amati dai giovani, fantascienza, thriller e avventura. A presentare il film Eva Riccobono, modella e attrice italiana che ben rappresenta le giovani generazioni del cinema italiano.

Arriveranno anche due star amatissime da ogni generazione, George Clooney e Sandra Bullock.

In 19 per un leone

Diciannove sono i titoli in gara tra cui spiccano gli ultimi lavori di Terry Gilliam, Stephen Frears, Philippe Garrel, Errol Morrise David Gordon Green, quest'ultimo premiato con l'Orso d'Argento al Festival di Berlino 2013 per la migliore regia con «Prince Avalanche».

Per chi ama il cinema asiatico ci sarà la presenza del taiwanese Tsai Ming-liang e del maestro dell'animazione giapponese Hayao Miyazaki. Trova spazio soltanto fuori concorso «Moebius» del sudcoreano Kim Ki-duk (vincitore del Leone d'Oro alla Mostra di Venezia dello scorso anno), per molti il titolo più atteso dell'intera kermesse.

Lontano dai riflettori della competizione principale, Paul Schrader con «The Canyons», Miguel Gomes con «Redemption», Steven Knight con «Locke», Edgar Reitz con «Home From Home-Chronicle of a Vision», Andrzej Wajda (in coppia con Ewa Brodska) con «Walesa. Man of Hope» e Alex Gibney con «The Armstrong Lie», documentario dedicato al ciclista Lance Armstrong. Attesissimi, inoltre, «Che strano chiamarsi Federico», in cui Ettore Scola racconta la figura di Federico Fellini, e «‘Til Madness Do Us Part» di Wang Bing.

La sezione Orizzonti, la più sperimentale del festival, propone un ampio numero di titoli sia italiani («Il terzo tempo» di Enrico Maria Artale e «La prima neve» di Andrea Segre) sia stranieri: in particolare si possono menzionare «Why Don't You Play in Hell?» di Sion Sono, regista giapponese di culto, e il cortometraggio «Aningaaq» di Jonas Cuarón, figlio del più celebre Alfonso.

Infine, le rassegne autonome della Settimana della Critica e delle Giornate degli Autori.

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