Inaugurazione della personale di Aldo Tagliaferro

Mercoledì 7 novembre si è inaugurata, un'ampia personale dell'artista legnanese Aldo Tagliaferro, protagonista non ancora sufficientemente conosciuto della stagione delle avanguardie che, sin dalla metà degli anni Sessanta, s'interroga sull'uso dell'immagine fotografica considerata non solo come semplice atto riproduttivo, ma come strumento in grado d'influire sull'interpretazione del reale. Sui due piani della Fondazione, è esposta, una serie di lavori che documenta il suo percorso artistico, lungo un arco di tempo di quasi quarant'anni. Dal ciclo 1965/68 Rapporto quotidiano politico, caratterizzato da un forte impegno di adesione al reale che si sviluppa attraverso immagini della cronaca di giornali e riviste impresse nel vinavil, all'ultimo lavoro Sopra/sotto un metro di terra, del 2000 serie parallele di immagini di grandi dimensioni con cui viene esplorata la relazione tra il tempo reale e quello interiore, Tagliaferro si rivela attento indagatore della realtà sociale del vivere attraverso un uso sperimentale della fotografia. "Egli", come ha scritto Vittorio Fagone, "ha scelto la fotografia come tramite tecnico e linguistico di un'originale ricerca, indicando che la ragione che lo ha mosso è stata la possibilità di rilevare-rivelare ogni manifestazione visuale del reale".

L'esauriente retrospettiva su Tagliaferro presenta anche Analisi di un ruolo operativo, l'opera esposta in occasione della partecipazione alla Biennale di Venezia del 1970. Si tratta di un'analisi critica del sistema dell'arte e del suo aspetto coercitivo che combina ironicamente le immagini degli artisti al lavoro con quelle di animali in gabbia e dei regolamenti dello zoo.

"La fotografia" ha scritto Alberto Fiz "è uno strumento di conoscenza che per Tagliaferro deve agire anche in chiave politica per svelare le insidie che stanno dietro ai codici unanimamente accettati". Se Verifica di una mostra, sempre del 1970, va inteso come una registrazione dei comportamenti del pubblico e degli operatori in occasione di un evento espositivo, Soggiorno temporale-soggiorno eterno del 1972 mescola manifesti funerari, cartelli stradali e insegne pubblicitarie creando un cortocircuito semantico tra diversi codici.

La forza destrutturante della ricerca espressiva di Tagliaferro emerge anche da Analisi del feticismo del 1976 in cui l'immagine di una serie di bambole rotte scomposta a scacchiera su due pareti opposte abbraccia l'osservatore in una morsa inquietante e ne L'io-ritratto un'opera incentrata sul tema del dualismo. Da un soggiorno di due anni in Africa nasce, poi, nel 1983, il ciclo Dal segno alla scrittura, dove le pettinature delle donne africane vengono riportate ad un universo di segni astratti e sinuosi, in analogia con la scrittura.

Una mostra, insomma, che consente di riflettere in maniera esauriente su un artista che ha lavorato sulla trasformazione dei linguaggi. "L'arte per Tagliaferro è un sistema linguistico teso a svelare gli inganni del mondo, una sorta di spia rossa che si accende ogni volta che si abbassa il livello di guardia", ha scritto Fiz.

Telefono:085.8008513
Fax: 085.8002099
Viale Europa 23/25 c/o Blu Business Palace
64023 Mosciano Sant'Angelo (Teramo)