Tendersi dentro di Christiane Löhr

Tendersi dentro – Christiane Löhr

Fattoria di Celle, Cascina Terrarossa, Santomato – Inaugurazione mostra: 10 luglio 2004, ore 17.00
Catalogo della mostra

Tendersi dentro è il titolo del volume editato da Gli Ori in occasione della mostra dell'artista Christiane Löhr (Weisbaden, 1965) allestita, dal 10 luglio 2004, alla Fattoria di Celle di Santomato. Löhr ritorna a Celle dopo un'assenza di due anni. Nel 2002, per la rassegna "Magnete", aveva installato alcune sue fragilissime sculture nella "Stanza dei poeti", all'interno della Cascina Terrarossa. Per l'attuale mostra occupa lo stesso edificio distribuendo i suoi lavori in dieci stanze. Piccole forme, veri microcosmi dove la natura si offre a una visione planetaria. L'artista per le sue opere utilizza per la gran parte materiali vegetali, raccolti da lei stessa dalla terra: bardane, pioppi, semi di canna, acrimonia, cardo, edera, etc.

L'allestimento enfatizza la sensibilità innovativa di forme plastiche architetturali che trova il suo più diretto riferimento con la creazione dell'universo.
"Fausto Melotti – scrive il collezionista d'arte Giuliano Gori, patron della Fattoria di Celle, nel suo testo dal titolo Al di qua dell'Eden – asseriva che la natura è lo schermo che ci divide da Dio, il tracciato segnato dalle opere di Christiane Löhr, presenti a Celle, testimonia ampiamente questa affermazione. I materiali usati dalla Lohr sono perlopiù dei fragili virgulti naturali, con i quali costruisce mondi immaginari, dove l'osservatore perde la rituale concezione della materia e dello spazio, per rapportarsi a dimensioni oniriche variabili da persona a persona […]. Trenta sono le opere della Löhr installate in dieci stanze dell'edificio Cascina Terrarossa, le troviamo tutte riprodotte nel presente volume, ognuna di essere meriterebbe una lunga e particolareggiata dissertazione. Si tratta di singoli microcosmi: metafore dell'energia che regola l'equilibrio della natura…. Per concludere con le parole di J. W. Ritter, riflettendo sulla tradizione neoplatonica della teoria del cosmo: (…) contemplare la natura significa che lo spirito si rivolge alla "totalità" e al "Divino", che tutto comprende".

Christoph Schreire, nel suo saggio dal titolo La natura come materia dell'arte. Le opere di Christiane Löhr nella collezione Gori, analizzando l'opera dell'artista afferma: "Gli oggetti e le installazioni di semi di edera e crini di cavallo, semi di agrimonia, cardo selvatico o dente di leone – presentati nelle restaurate stalle e rimesse (e allestiti con pochi strumenti, come retine per capelli e aghi) – sono qui in un ambiente pressoché ideale, che protegge le fragili opere senza escluderle dal contesto naturale. Di conseguenza il visitatore, attraverso l'esperienza del parco, entra in sintonia con l'esperienza della mostra, che poi però assume una qualità espressiva sua propria. Infatti le operre della Löhr non illustrano mai la natura nel senso ad esempio di poter essere confuse con un substrato (o concentrato) del paesaggio circostante: troppo evidente è infatti nelle sue opere, che ricordano talvolta vasi, talvolta architetture simi a siggurat, la firma della creazione formale cioè la firma dell'arte".

Il libro raccoglie un apparato fotografico e bio-bibliografico.

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