Si è concluso venerdì 20 settembre, ad Asti, il lungo tour dei Verdena con cui hanno presentato il loro secondo album (Solo un grande sasso). Un album che ha avuto ottimi riscontri di critica (recensioni entusiastiche ovunque, da Mucchio Selvaggio a Max, da Musica di Repubblica a Carnet, da Rocksound a Sette de Il Corriere della Sera) ed ha confermato l’interesse di molto pubblico rock per la band bergamasca (6° posto in classifica appena uscito).
Una conferma che è arrivata anche in giro per l’Italia, durante il tour.
55 sono infatti i concerti che i Verdena hanno realizzato dal 26 ottobre dello scorso anno (data di inizio del “Solo un Grande Sasso Tour”) a venerdì 20 settembre.
55 concerti in giro per tutta l’Italia, con diverse date al sud (caparbiamente volute dalla band) in cui il riscontro è stato notevolissimo (sold out a Palermo, Napoli, Teramo, Isernia, Cagliari, Gallipoli).
55 concerti per un totale di più di 50mila presenze.
55 concerti tra cui si annovera la presenza del gruppo ad Arezzo Wave e al Tora Tora, due appuntamenti importanti all’interno del fitto calendario di festival estivi italiani.
55 concerti in cui, come dice Alberto, “abbiamo potuto constatare con piacere la crescita demografica del nostro pubblico”.
Finito il tour la band è già con la testa sul prossimo disco e sulla sua organizzazione.
Il “pollaio”, o Henhouse Studio, diventerà uno studio di registrazione a tutti gli effetti dove Verdena si autoprodurranno, per la prima volta (dopo la collaborazione con Giorgio Canali, per il primo album, e Manuel Agnelli, per il secondo), il terzo album.
“Posso anticipare che le nuove canzoni avranno un forte impatto emotivo e che il prossimo disco potrebbe essere molto più “incazzato” di Solo Un Grande Sasso”, dice Alberto, cantante e chitarrista della band. “E poi stiamo scrivendo canzoni vere e proprie, con la struttura classica di una canzone: strofa, ritornello, strofa”.
Da Ottobre in poi quindi, per i Verdena sarà full immersion per la realizzazione del loro terzo album.