Ernst Gombrich è morto nella sua casa di Briardale Gardens a Londra il 3 novembre scorso all'età di 92 anni. Docente di storia della tradizione classica, è stato uno dei grandi maestri della storia dell'arte, il più eminente studioso dell'ultimo mezzo secolo, autore di libri amati sia dagli specialisti che dal grande pubblico. Gombrich è nato a Vienna il 30 marzo 1909 da una famiglia di origine ebraica, fu costretto ad abbandonare l'Austria a causa delle persecuzioni naziste.
Ha diretto il Warburg Institute di Londra dal 1959 al 1976, ed è considerato uno degli ultimi "umanisti" della nostra era. I suoi libri sono stati apprezzati in tutto il mondo e hanno segnato una svolta negli studi della storia dell'arte. Tra i titoli più importanti pubblicati in italiano, ricordiamo "Freud e la psicologia dell'arte", "Arte, percezione e realtà", "Sul restauro", "Arte e illusione", "Ombre". La sua "Storia dell'arte", apparsa per la prima volta nel 1950, è considerata ormai un'opera classica, che mantiene ancora intatta la sua popolarità grazie alla capacità di narrare in modo chiaro lo sviluppo del cammino di questa creazione umana, dai graffiti fino all'inizio del Novecento.
Fu nominato cavaliere e membro dell'Ordine dell'Impero britannico, di Sir e di Baronetto, per i suoi contributi eccezionali nel campo dello studio della storia dell'arte. Gombrich ha insegnato nelle più prestigiose università, come Cambridge, Harvard e Cornell. Era membro di enti culturali e artistici inglesi e stranieri, come il Royal College of Art di Londra e l'Accademia dei Lincei di Roma. E' stato insignito di numerose onorificenze, tra cui i premi internazionali "Goethe", "Hegel" ed "Erasmo da Rotterdam".