In Libreria a settembre – ottobre – novembre 2004
SERGE DANEY – Proiezioni
Diario cinematografico 1970-1982. Introduzione di Gabriele Pedullà
"La grande differenza tra la vita e il cinema è che quando finisce un film, sull'ultima immagine si sovrappone la parola fine."
Serge Daney viene da tutti riconosciuto come il più grande critico cinematografico francese: tutta la cultura del Novecento passa nello sguardo di questo straordinario esegeta. Capace di partire per l'Ucraina, Bombay o Città del Capo al solo scopo di incontrare un regista amato o di vedere un film che solo lì avrebbe potuto vedere, Daney scriveva di cinema (è stato detto) con la medesima profondità con cui Heidegger scriveva di Hölderlin.
Proiezioni è la sua opera più importante in cui sono raccolti saggi, considerati fondamentali, su Howard Hawks, Antonioni, Godard, Kurosawa, Zanussi, Pasolini, Spielberg, Tati, Bresson, Wenders e Nicholas Ray. Come di consueto, anche in questi studi l'acutezza percettiva di Daney si unisce alla sua competenza filosofica e letteraria, dando forma a una concezione della settima arte come passione per l'immagine, il dettaglio, ma anche avventura del pensiero, gloria del corpo e dei volti.
SERGE DANEY (1944-1992) è stato redattore capo dei "Cahiers du cinéma", responsabile della pagina di cinema ed editorialista di "Libération" e fondatore, poco prima della prematura scomparsa della rivista "Trafic". Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: Lo sguardo ostinato. Riflessioni di un cinefilo (Il Castoro 1995), Il cinema e oltre. Diari (Il Castoro 1997), Ciné Journal (Marsilio 1999).
GABRIELE PEDULLÀ ha pubblicato saggi su cinema, letteratura rinascimentale e del Novecento tra cui ricordiamo: La strada più lunga. Sulle tracce di Fenoglio (Donzelli 2001). Redattore di "Il caffè letterario illustrato", collabora anche con "FilmCritica", "Riga" e "Il manifesto – Alias".
JON KATZ – Cani al lavoro
I nostri nuovi bisogni, i loro nuovi doveri. Introduzione di Danilo Mainardi
"I cani sono entrati a far parte del pacchetto del sogno americano: quella visione di presunto successo e felicità, che comprende una casa, un giardino, dei bambini e una o due macchine"
Essere un perfetto e amabile compagno: è questo il nuovo lavoro dei cani. In una società con alti tassi di solitudine e instabilità professionale, il cane ha acquisito ormai mansioni inedite di supporto psicologico, diventando il surrogato di mariti scomparsi, figli mai nati, legami polverizzati. Questo cambiamento ha diversi effetti pratici anche sull'economia e sull'organizzazione sociale. L'aumento dei "bisogni" canini (cibi speciali, cure veterinarie sofisticate, dog-sitting, tolette…) ha creato attorno al rapporto cane-padrone un vero e proprio mercato. E i problemi di ordinaria amministrazione (guinzagli e museruole, pulizia, rumori molesti…) sono ormai di primaria importanza. Jon Katz racconta con una prosa divertente e arguta la vita dei quattrozampe arruolati nelle nostre case, ricostruendo in Cani al lavoro alcuni "casi" spassosi, come quello del Divorced Dogs Club, in cui le donne che hanno lasciato i loro mariti o ne sono state lasciate, si incontrano insieme ai rispettivi cani per discutere di quanto questi ultimi siano migliori degli uomini.
JON KATZ, (1947) scrittore e saggista americano, collabora con "The New York Times", "The Wall Street Journal", "Rolling Stones" e "Wired". Ha pubblicato una dozzina di libri fra cui ricordiamo: Geeks (Villard 2000; tradotto in Italiano per Fazi nel 2001) e A Dog of the Year (Villard 2002).
DANILO MAINARDI è professore ordinario di Ecologia comportamentale nell'Università Ca' Foscari di Venezia. Tra i suoi saggi: L'animale culturale (Rizzoli 1974), Un innocente vampiro (Mondadori 1993), L'animale irrazionale (Mondadori 2000), Arbitri e galline. Le sorprendenti analogie tra il mondo animale e il mondo umano (Mondadori 2003). MASSIMO ONOFRI – Novecento futuro anteriore
Viaggio al termine del millennio
"Restituire il tempo al tempo. Una scommessa che, come sapeva Baldacci, possiamo solo perdere. Ma è qui che si gioca oggi la grandezza di uno scrittore."
Quasi un gioco di abilità: senza chiudere i conti coi grandi vecchi del Novecento letterario italiano, aprire un capitolo sui grandi nuovi. Generazioni di scrittori che non hanno conosciuto la guerra, che non hanno fatto né detto la Storia: a loro è toccato il destino di testimoni di un faticoso nulla. Eppure Celati, Cordelli, Debenedetti, Cerami, Tabucchi, Montefoschi, Abbate, Picca, Albinati, Carraro, Ammaniti, Veronesi fanno parte di un secolo che, a dispetto dei tentativi di canonizzazione, è ancora lavoro in corso per la critica. Questi e altri nomi sono chiamati all'appello da Massimo Onofri, in una raccolta di brevi saggi che tenta un bilancio della narrativa italiana degli ultimi trent'anni attraverso il cammino delle sue generazioni. Novecento futuro anteriore, fin dal titolo, è un omaggio all'attività di critico militante di Luigi Baldacci. Rivendicando alla critica il coraggio dell'idea e della proposta, della scelta e del giudizio, questi scritti le restituiscono il valore di via letteraria al presente, attraverso un Novecento che non c'è più e in vista di un Duemila che non c'è ancora, se non come necessaria ipotesi di lavoro.
MASSIMO ONOFRI (1961) è docente all'Università di Sassari. Ha una rubrica dedicata alla narrativa italiana contemporanea su "Diario" e collabora con "L'Unità" e Raisat. Ha scritto numerosi saggi su autori italiani del Novecento fra cui ricordiamo: Storia di Sciascia (Laterza 1994, riproposto con nuova introduzione nel 2004), Ingrati maestri (Theoria 1995), Il canone letterario (Laterza 2001), Il secolo plurale. Profilo di storia letteraria (Zanichelli 2001), La modernità infelice (Avagliano 2003). ROGER SHATTUCK – Candore e perversione
Scritti su arte e letteratura. Introduzione di Remo Ceserani. Manifesto contro la corruzione della critica
"Shattuck è sia un eccellente lettore sia un irritante moralista, a mio parere più di Camus."
Harold Bloom
La critica letteraria è perversa, tanto quanto la letteratura è innocente. I critici hanno dimenticato la loro originaria vocazione di custodi e divulgatori del valore letterario e della passione per i testi, il loro dovere di "artigiani intellettuali". Nella prima parte di Candore e perversione, raccolta di saggi apertamente militante, Shattuck dà voce alla sua crociata contro una critica pretestuosa e derivata, per il ritorno a un approccio ai testi più semplice e genuino, a un linguaggio ispirato alla tradizione nobile del "giornalismo letterario". Nella seconda parte, l'autore passa alla prova dei fatti in una serie di brevi e appassionati saggi che sono altrettanti incontri, conversazioni intellettuali: Proust, Man Ray, Sarah Bernhardt, Octavio Paz e numerosi altri si susseguono in queste "miniature letterarie" confezionate con cura. Ancora una volta Roger Shattuck, autore le cui tesi non mancano di suscitare scandalo a ogni nuovo volume, offre un esempio di come sia possibile e anzi necessario coniugare l'attività apparentemente astratta della lettura critica e la battaglia molto concreta per una cultura più aperta e consapevole. Regalandoci pagine indimenticabili sugli autori più amati di ogni tempo.
ROGER SHATTUCK (1924) è Professore emerito di Lingue e letterature straniere alla Boston University ed è presidente della Association of Literary Scholars and Critics. Il suo saggio Marcel Proust ha vinto il National Book Award nel 1974. In Italia sono stati pubblicati: Gli anni del banchetto (Il Mulino 1990), Proust (Mondadori 1991) e L'occhio innocente (Il Mulino 1992).
REMO CESERANI insegna Letterature comparate all'Università di Bologna. Tra i suoi saggi più recenti: Raccontare il postmoderno (Bollati Boringhieri 1997), Lo straniero (Laterza 1998), Guida allo studio della letteratura (Laterza 1999). PIERO CALAMANDREI – Costituzione e leggi di Antigone
Scritti e discorsi politici. Nuova introduzione di Corrado Stajano con un saggio di Alessandro Galante Garrone
Un percorso di lettura e verifica del patto costituzionale
"Quello che conta, per certa gente, è rimanere al governo, è conservare certi privilegi: tutto il resto è letteratura."
Questo volume contiene una scelta dei testi selezionati e pubblicati a cura di Norberto Bobbio in Scritti e discorsi politici (La Nuova Italia 1966). In questi articoli, Piero Calamandrei, protagonista della vita politica nei primi anni della Repubblica, riflette sulla storia europea e sul panorama civile italiano. Il "gigantesco esperimento" bolscevico, i regimi del XX secolo, la nascita della Costituzione, il problema della scuola e la malattia sociale della "desistenza" sono solo alcuni dei temi affrontati dall'autore con una prosa ricca e sonora che dà forma a valutazioni e riflessioni che colpiscono per la loro attualità.
I saggi di Costituzione e leggi di Antigone sono insieme un'insostituibile testimonianza sulla storia italiana recente e un incoraggiamento per il presente, perché "la sfiducia nella libertà, il desiderio di appartarsi, di lasciare la politica ai politicanti" scriveva Calamandrei "è il pericoloso stato d'animo che ognuno di noi deve sorvegliare e combattere".
PIERO CALAMANDREI (1889-1956), giurista, scrittore e uomo politico, membro dell'Assemblea Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione, deputato alla Camera dal 1948 al 1953, e docente all'Università di Firenze. Tra i suoi testi: Processo e democrazia (Cedam 1954), Uomini e città della Resistenza (Laterza 1955), La Costituzione inattuata (Edizioni Avanti 1956).
ALESSANDRO GALANTE GARRONE (1909-2003) storico e giurista, docente all'Università di Torino. Tra i suoi scritti ricordiamo: I radicali in Italia, 1849-1925 (Garzanti 1973) e Il mito giacobino (Donzelli 1994).
La prima edizione di quest'opera è uscita da La Nuova Italia nel 1966. ERNST CASSIRER – Vita e dottrina di Immanuel Kant
Introduzione di Franco Volpi. Il padre della filosofia critica raccontato dal suo più grande discepolo
"Perchè una qualunque filosofia abbia importanza per la vita, deve essere amata e vissuta."
In questa celebre monografia sulla vita e sul pensiero di Kant, Ernst Cassirer rende omaggio al proprio "maestro" affiancando alla ricostruzione storica e biografica una disamina puntuale della filosofia kantiana. Vita e dottrina di Immanuel Kant è quindi l'incontro di due grandi filosofi: Cassirer, indagatore delle modalità di costituzione della cultura umana, e Kant, la cui "rivoluzione copernicana del pensiero" costituì il solido fondamento di tale indagine. Gli scritti kantiani non sempre si prestano a un'esposizione lineare e semplice, ma nella pagina di Cassirer il filosofo di Königsberg e la sua opera emergono con chiarezza esemplare e insieme con ricchezza concettuale, in un intimo rapporto tra vita e dottrina. Nel dipanare i nodi tematici principali della filosofia critica, Cassirer si accosta anche all'uomo Kant, testimoniandone la stupefacente armonia di rigore morale e rigore filosofico. Dalla biografia filosofica di un uomo definito "incapace di provare amore" emerge invece pienamente quel profondo "senso di umanità" ancora oggi vivo in una filosofia kantiana che si configura non solo come critica della conoscenza, ma come critica feconda della civiltà presente.
ERNST CASSIRER (1874-1945) massimo esponente del neokantismo tedesco, tra le sue opere ricordiamo: Filosofia delle forme simboliche (1961-1966) e Sostanza e funzione (1973) per La Nuova Italia, Storia della filosofia moderna (Einaudi 1978), Metafisica delle forme simboliche (Sansoni 2003).
FRANCO VOLPI insegna Storia della filosofia contemporanea all'Università di Padova. Tra i suoi saggi: Il nichilismo (Laterza 1999), Dizionario delle opere filosofiche (Bruno Mondadori 2000), Le prospettive della filosofia oggi (Laterza 2001).
La prima edizione di quest'opera è stata pubblicata da La Nuova Italia nel 1977. LESLIE A. FIEDLER – Aspettando la fine
La crisi della cultura, della razza, del sesso negli Stati Uniti. Introduzione di Franco Cordelli
"Quali furono le esperienze vitali, le occasioni critiche dalle quali i maestri scomparsi seppero trarre le loro più autentiche opere d'arte?"
In principio erano Hemingway e Faulkner. Scomparsi questi "santoni" la letteratura americana ha conosciuto un disorientamento profondo. Aspettando la fine parte da questo vuoto e ne esplora le origini, ripercorrendo quarant'anni della vita letteraria del Paese di Miller e Salinger, Thoreau, Frost e Ginsberg. Fiedler rivela così quanto le biografie e le opere di Hemingway e Faulkner, due autori segnati dalla guerra e da un rapporto conflittuale con un'Europa più sognata che vissuta, siano il prodotto dell'intensa storia letteraria passata. Di capitolo in capitolo, l'autore ci guida con la voce appassionata della sua prosa attraverso gli anni più turbolenti e fecondi della narrativa statunitense, fino alle soglie dell'America beatnik. Flagellato dal benessere, percorso dagli spettri estremi della follia e della speranza di cambiare il mondo, il panorama sociale e letterario descritto da questo saggio colpisce per la sua forza evocativa di scenario remoto eppure terribilmente familiare.
LESLIE A. FIEDLER (1917-2003), saggista e poeta, ha insegnato Letteratura inglese alla State University of New York a Buffalo. Tra le sue opere: Amore e morte nel romanzo americano (Longanesi 1963), Il ritorno dei pellerossa (Rizzoli 1968), Freaks. Miti e immagini dell'io segreto (Garzanti 1981), L'ultimo ebreo in America (Giuntina 1989), La tirannia del normale (Donzelli 1998).
FRANCO CORDELLI, narratore, critico teatrale e letterario, ha scritto numerosi saggi tra cui: Partenze eroiche (Lerici 1980), La democrazia magica (Einaudi 1996), Lontano dal romanzo (Le Lettere 2002) e La religione del romanzo (Le Lettere 2002).
La prima edizione di quest'opera è uscita da Rizzoli nel 1966 G.W.F. HEGEL – Lezioni sulla storia della filosofia – I
Nuova introduzione di Lucio Cortella. Dalla filosofia orientale fino ai primi pensatori presocratici
"La storia, cui ci accingiamo, è quella del pensiero che trova se stesso, e il pensiero trova se stesso soltanto in quanto crea se stesso."
Hegel tenne nove cicli di lezioni sulla storia della filosofia: il primo all'Università di Jena nell'inverno 1805-1806, e in seguito due cicli all'Università di Heidelberg negli anni tra il 1816 e il 1818, e altri sei all'Università di Berlino, tra l'estate 1819 e il semestre invernale 1828-1829. Nei tre volumi di Lezioni sulla storia della filosofia, Hegel indaga il modo in cui la filosofia si identifica con il proprio percorso storico, e ripercorre il cammino che il pensiero compie per giungere alla consapevolezza di sé. Per il filosofo tedesco uno degli errori più comuni consiste nel presentare l'avvicendarsi delle diverse teorie come una successione di "semplici opinioni, giochi di pensiero", senza legarli in un quadro organico. L'obiettivo di Hegel è invece quello di riunire le differenti dottrine filosofiche in un percorso coerente.
L'edizione italiana di Lezioni sulla storia della filosofia, apparsa per la prima volta presso La Nuova Italia nel 1941, si basa sul testo stabilito da Georg Lasson per l'edizione critica delle opere hegeliane della Philosophische Bibliothek, pubblicato in Germania dall'editore Meiner nel 1940.
LUCIO CORTELLA è Professore ordinario di Filosofia all'Università Ca' Foscari di Venezia. G.W.F. HEGEL – Lezioni sulla storia della filosofia – II
Nuova introduzione di Luigi Ruggiu. Dai Sofisti a Aristotele e dal dogmatismo allo scetticismo
"All'ingenuo pensiero degli antichi filosofi, dei quali esaminammo le idee generali, si contrappone ormai la coscienza."
Il percorso dello spirito alla ricerca di se stesso attraversa, in questo secondo volume, le teorie di alcuni tra i più importanti filosofi di ogni tempo: la ricerca platonica della natura dell'oggetto; la logica aristotelica; il concetto di virtù stoica; le argomentazioni scettiche. Hegel indaga nelle sue Lezioni sulla storia della filosofia un periodo tra i più fecondi del pensiero occidentale, mettendone in luce la natura di sviluppo coerente al di là della mera successione delle teorie. Al termine di quest'epoca il pensiero puro, cosciente di sé, può uscire da se stesso per volgersi al mondo intellettuale.
LUIGI RUGGIU è Professore ordinario di Filosofia all'Università Ca' Foscari di Venezia e direttore del dipartimento di Filosofia.
G.W.F. HEGEL (1770-1831) insegnò nelle Università di Jena e Heidelberg, e dal 1822 al 1831 ebbe la prestigiosa cattedra di Filosofia all'Università di Berlino. Nel 1807 pubblicò la Fenomenologia dello spirito e nel 1817 l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, che rappresenta la sintesi del suo pensiero. Nel 1821 pubblicò i Lineamenti della filosofia del diritto. Molti altri scritti uscirono postumi; tra questi le lezioni universitarie sull'arte, la storia, la religione. M. ISNENGHI o G. ROCHAT – La Grande Guerra 1914-1918
Nuova prefazione alla seconda edizione aggiornata di Isnenghi e Rochat. Il più completo e drammatico racconto della Prima guerra mondiale
"Le serene certezze della civiltà liberale naufragarono nell'orrore delle trincee."
"Tutto comincia il 28 giugno 1914. Il mondo antico – di prima della guerra – sprofonda nel giro di un pugno di giorni. La lunga pace europea muore nei Balcani, nella 'polveriera d'Europa', proprio là dove coloro che meno si erano illusi sulla sua immortalità avevano colto i primi tuoni in lontananza." Mario Isnenghi e Giorgio Rochat uniscono le loro competenze di storici e le loro voci di narratori per raccontare La Grande Guerra sul fronte e fuori: le strategie, le battaglie, ma anche il "fronte interno", le traversie della società civile, le armi e le macerie. Nel racconto documentato e coinvolgente del conflitto che all'inizio del Novecento ha lacerato l'Europa, la storia delle diplomazie, delle Cancellerie e delle Chiese si intreccia alle vicende dei popoli e dei singoli, delle loro idee e dei loro sogni. E non si conclude con l'armistizio, ma prosegue nel dibattito culturale post-bellico – dalla letteratura alle testimonianze, fino a quel monumento naturalistico alla memoria che sono i parchi della Rimembranza. Un'opera di studio ma soprattutto di sofferta memoria, che documenta una concezione della storia non come costruzione astratta, ma come ricerca e dialogo continuo, realtà viva della società civile.
MARIO ISNENGHI insegna Storia contemporanea all'Università di Venezia. Tra i suoi saggi: Il mito della Grande Guerra (Laterza 1970, ripubblicato da Il Mulino nel 2002), L'Italia del fascio (Giunti 1996), Breve storia dell'Italia unita a uso dei perplessi (Rizzoli 1998), il volume Novecento della Storia di Venezia (Treccani 2002).
GIORGIO ROCHAT insegna Storia delle istituzioni politiche all'Università di Torino. Tra i suoi saggi: L'Italia nella Prima guerra mondiale (Feltrinelli 1976), Ufficiali e soldati (Gaspari 2000).
Questa edizione è stata pubblicata presso La Nuova Italia nel 2000. WERNER JAEGER – Aristotele
Introduzione di Enrico Berti. La più importante monografia sul filosofo di Stagira
"Un intero periodo della storia dello spirito greco porta il nome di Aristotele."
Un Aristotele dialettico, sfaccettato, quasi "platonico", considerato per la prima volta nella pienezza dell'interazione tra la sua figura storica e la sua persona filosofica: questo è l'inatteso ritratto che Werner Jaeger ricostruisce a partire dai testi e dai frammenti spesso a margine del "canone" aristotelico consacrato dalla tradizione. Pubblicato in Germania nel 1923, l'Aristotele di Jaeger sconvolse gli studi di antichistica stabilendo un nuovo modello ermeneutico che per mezzo secolo si trovò al centro di un acceso dibattito. I paradigmi della ricerca filologica sono mutati, ma questo saggio di enorme impatto critico rimane una pietra miliare degli studi classici, in particolare per l'analisi delle contraddizioni interne alle concezioni aristoteliche. Inoltre, la ricostruzione della "parabola evolutiva" di Aristotele attraverso i suoi viaggi e gli incontri rende quest'opera la più vivida e originale ricerca sul pensiero dello stagirita.
WERNER JAEGER (1888-1961) filologo, filosofo, classicista, insegnò nelle Università di Berlino, Chicago e Harvard. Tra le sue opere: Paideia: la formazione dell'uomo greco (La Nuova Italia 1943, riedito da Bompiani nel 2003), La teologia dei primi pensatori greci (La Nuova Italia 1961), Cristianesimo primitivo e Paideia greca (La Nuova Italia 1966).
ENRICO BERTI insegna Storia della filosofia all'Università di Padova. Tra i suoi saggi: Aristotele nel Novecento (Laterza 1992), Introduzione alla metafisica (Utet 1993).
La prima edizione di quest'opera è stata pubblicata da La Nuova Italia nel 1930. FRIEDRICH MEINECKE – Cosmopolitismo e Stato nazionale
Studi sulla genesi dello Stato nazionale tedesco. Introduzione di Enzo Collotti
La nascita di una nazione nel cuore dell'Europa
"Che cosa divide l'una dall'altra le nazioni, entro la cornice universale della storia dell'umanità?"
La Germania è oggi una realtà geografica e politica indiscussa. Ma come si è formata questa nazione, quale serie di eventi ha portato alla sua costituzione? Friedrich Meinecke, uno dei padri della storiografia politica, visse e studiò tutte le transizioni principali della Germania tra Ottocento e Novecento: il Secondo Reich e Weimar, le due guerre mondiali e la tragedia nazista. In Cosmopolitismo e Stato nazionale il percorso storico che portò alla nascita della Germania è presentato con una prosa che unisce alla profondità e complessità di analisi dello studioso la forza di una concezione viva e partecipata delle vicende politiche.
L'idea di unità tedesca, che ha raggiunto il suo compimento solo negli ultimi anni del Novecento con la riunificazione delle due Germanie, viene da alcuni tra i maggiori autori del Romanticismo: Humboldt, Schlegel, Fichte, Novalis, Hegel. In questa storia e in questo patrimonio culturale affonda le radici la vita sociale e politica della Germania di oggi, così cruciale per il futuro dell'Europa.
FRIEDRICH MEINECKE (1862-1954) storico della politica, insegnò a Strasburgo, Friburgo e Berlino. Tra i suoi scritti pubblicati in Italia ricordiamo: L'idea della ragion di Stato nella storia moderna (Vallecchi 1942), Le origini dello storicismo (Sansoni 1954).
Questa edizione è stata pubblicata da La Nuova Italia nel 1930.
ENZO COLLOTTI (1929) ha insegnato Storia contemporanea all'Università di Firenze ed è autore di opere fondamentali sulla cultura tedesca, tra cui: Storia delle due Germanie 1945-1968 (Einaudi 1971), La Germania nazista (Einaudi 1972). ERWIN PANOFSKY – Idea
Contributo alla storia dell'estetica – Introduzione di Giuseppe Patella. Un'indagine sulla ricerca artistica dell'assoluto
"L'arte ebbe sempre il valore quasi di un ponte gettato sull'abisso che separa la realtà dall'idea."
"Come può l'artista rappresentare in modo giusto, in modo bello?" Secondo Panofsky il problema è tale che la filosofia deve "per sua natura" rinunciare a risolverlo, ma ugualmente non può evitare di porselo, di articolarlo in una molteplicità di filosofie dell'arte. Idea ripercorre la storia delle diverse risposte date all'eterna questione del rapporto tra soggetto e oggetto dell'opera d'arte, da Platone al XVII secolo: l'iconoclastia platonica lascia il posto alla valorizzazione medievale dell'immagine come specchio della Bellezza divina, il Rinascimento colma la frattura tra realtà e invenzione con regole di composizione e prospettiva. Tra Manierismo e Classicismo torna in auge l'individualità dell'artista, che infonde nell'opera proprio quell'Idea destinata a dare ordine e senso a un mondo oggettivo di per sé privo di armonia: l'intervento dell'artista "purifica" la natura distillandola in opera. "L'Idea del Bello è impressa nel nostro spirito come una formula" scrive Panofsky, e il successo di questo classico della storia dell'estetica lo conferma. Il suo racconto della ricerca della perfezione offre insieme un originale panorama della storia dell'arte e un vertiginoso scorcio delle più profonde tensioni dell'animo umano.
ERWIN PANOFSKY (1892-1968) critico e storico dell'arte, fu docente nelle Università di Berlino, Monaco, Amburgo, New York e Princeton. Tra i suoi saggi tradotti in italiano ricordiamo: La prospettiva come forma simbolica e altri scritti (Feltrinelli 1961), Il significato nelle arti visive (Einaudi 1962), Studi di iconologia (Einaudi 1975).
GIUSEPPE PATELLA insegna Estetica all'Università di Roma Tor Vergata. Tra i suoi saggi: Senso, corpo, poesia (Guerini e Associati 1995), Bellezza, arte e vita. L'estetica mediterranea di George Santayana (Mimesis 2001).
La prima edizione di quest'opera è stata pubblicata da La Nuova Italia nel 1952. LÉON POLIAKOV – Storia dell'antisemitismo
II. Da Maometto ai Marrani. Introduzione di Alessandro Vanoli
"Scrivere la storia dell'antisemitismo vuol dire scrivere la storia di una persecuzione avvenuta all'interno della società occidentale."
Da Maometto ai Marrani è il secondo volume della Storia dell'antisemitismo di Léon Poliakov, opera fondamentale scritta a ridosso del processo di Norimberga e pubblicata in Francia a partire dal 1955. Dopo aver raccontato le prime grandi persecuzioni dell'epoca delle crociate, Poliakov si concentra ora sulle vicende degli Ebrei ispanici, dall'espansione islamica fino all'Inquisizione e alla diaspora marrana. Ne risulta uno scenario tormentato dove l'unica possibilità per sfuggire alla miseria in cui versava la comunità ebraica era la conversione. L'esperienza spagnola, è emblematica della tensione che, nell'Occidente, deriva dal legame fra l'ebraismo e le sue religioni-figlie. E ancora una volta, Poliakov soddisfa il principale dovere della scienza storica dimostrandosi studioso rigoroso, capace di cogliere in modo originale la genesi dell'identità ebraica. Una storia che ci appartiene e che, alla luce dei fatti più recenti, non è mai stata così attuale.
LÈON POLIAKOV (1910-1997) storico e filosofo, ha partecipato come esperto al processo di Norimberga ed è stato tra i fondatori del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Parigi. Tra i suoi saggi ricordiamo: Il nazismo e lo sterminio degli Ebrei (Einaudi 1955, riproposto nel 2002), Dall'antisionismo all'antisemitismo (La Nuova Italia 1971), Il mito ariano (Rizzoli 1976, riproposto nel 1999 da Editori Riuniti), I Samaritani (La Nuova Italia 1994).
ALESSANDRO VANOLI insegna Politica comparata del Mediterraneo presso il dipartimento di Conservazione dei beni culturali dell'Università di Bologna (sede di Ravenna). Islamista, è esperto di relazioni internazionali e culturali nel bacino del Mediterraneo. Tra i suoi saggi: Alle origini della Reconquista (Aragno 2002).
La prima edizione di quest'opera era stata pubblicata da La Nuova Italia nel 1974. LEO SPITZER – Saggi di critica stilistica
Maria di Francia, Racine, Saint-Simon. Introduzione di Cesare Segre. Una critica pluridimensionale fra laboratorio e letteratura
"É una voluttà lavorare con materiali che durano e svaporano via, nostri e non nostri – è una voluttà essere filologo."
I tre saggi raccolti in questo volume obbediscono a una strategia comune: indagare un testo letterario entrando nel laboratorio di scrittura del suo autore e smontandone versi e strutture. Dalla profonda contemporaneità dei personaggi raciniani, al Medioevo magico e sognante, ma anche "problematico", di Maria di Francia per giungere ai feroci ritratti di Saint-Simon, Leo Spitzer mostra come si possa fare critica letteraria e filologica senza mai perdere di vista l'impegno etico che essa comporta. La vitalità di questi saggi è infatti nella capacità dell'autore di evocare, a partire da un semplice dettaglio, non solo lo stile, ma "l'homme même", il suo tempo e il suo mondo. Le imperfezioni e le incongruenze del testo diventano così la chiave d'accesso a un patrimonio di segni e testimonianze preziosi per chiunque si occupi di letteratura francese. Per Spitzer "ogni studioso a un certo punto della sua vita dovrebbe scrivere il suo Mein Kampf", dovrebbe cioè lasciare un resoconto della lotta affrontata per conquistare le proprie idee, il proprio metodo di lavoro, i propri risultati. Saggi di critica stilistica risponde a questo invito, permettendo di osservare da vicino le battaglie letterarie che hanno coinvolto il grande filologo austriaco.
LEO SPITZER (1887-1960), filologo austriaco, ha attuato una sintesi tra linguistica e critica letteraria, con riferimento a Schuchardt, Vossler e anche a Benedetto Croce. Tra le sue opere più importanti: Critica stilistica e storia del linguaggio (Laterza 1954), Marcel Proust e altri saggi di letteratura francese moderna (Einaudi 1977).
CESARE SEGRE, critico, filologo e Accademico nazionale dei Lincei. Fra le sue opere: Lingua, stile e società (Feltrinelli 1963), Semiotica filologica (Einaudi 1979), Ritorno alla critica (Einaudi 2001).
La prima edizione di quest'opera è stata pubblicata da Sansoni nel 1985. RENSSELAER WRIGHT LEE – Ut pictura poesis
La teoria umanistica della pittura. Nuova introduzione di Marco Collareta. L'incontro di arte e letteratura nel Cinquecento italiano
"La pittura, come la poesia, deve essere l'interprete dei valori fondamentali dell'esperienza umana."
Questo saggio si propone di definire la teoria umanistica della pittura e di tracciarne a grandi linee lo sviluppo dagli inizi nel XV secolo fino al Settecento, quando i nuovi orientamenti del pensiero critico e delle arti figurative cominciarono a determinarne il declino. Rensselaer Wright Lee mostra come l'arte, dall'Umanesimo fino al Barocco, abbia saputo, e a volte dovuto, interagire con la letteratura per ricavare ispirazione, temi e figure. Studio dalla natura interdisciplinare, fin dall'epoca della sua prima pubblicazione Ut pictura poesis ha costituito un prezioso strumento di lavoro per una gamma sorprendentemente vasta di lettori: storici dell'arte, della letteratura, musicologi.
L'edizione Sansoni del 1974 viene qui riproposta con un aggiornamento bibliografico curato da Maurice Brock nel 1991 in occasione della pubblicazione francese. Vi si aggiunge inoltre il fondamentale saggio di Lee sulla rappresentazione figurativa dell'opera di Ariosto, I nomi sugli alberi, finora inedito in Italia, che completa idealmente la panoramica sul Cinquecento italiano offerta da un appassionato e originale studioso del Rinascimento.
RENSSELAER WRIGHT LEE (1898-1984) è stato direttore dell'Istituto di Arte e Archeologia dell'Università di Princeton dal 1955 al 1964 e docente alla Northwestern e alla Columbia University. Ha diretto la Renaissance Society of America, la American Academy di Roma e la rivista "Art Bulletin".
MARCO COLLARETA è professore di Storia dell'arte medioevale e moderna all'Università di Bergamo. Tra i suoi saggi più recenti ricordiamo: La grande croce di Gian Francesco dalle Croci. Arte rinascimentale e committenza francescana (Centro Studi Antoniani 2002).
La prima edizione di quest'opera è uscita da Sansoni nel 1974. Riedizioni
JOHN REWALD – Dopo l'Impressionismo
Van Gogh, Gauguin e gli altri. Il racconto di una stagione dell'arte indimenticabile
"A chiunque fosse disposto ad abbandonare il sentiero battuto, Parigi offriva occasioni imprevedibili."
Nella Storia dell'Impressionismo Rewald aveva ripercorso l'iter di un piccolo gruppo di pittori fino al suo disperdersi nel 1886. Da questa stessa data prende l'avvio Dopo l'Impressionismo, il racconto di ciò che avvenne durante i pochi anni decisivi che seguirono. In questo libro ormai classico, pubblicato per la prima volta nel 1956, John Rewald riesce a far parlare gli artisti e i loro contemporanei attraverso testimonianze per la maggior parte inedite. L'indagine condotta dall'autore tra riviste dell'epoca, corrispondenze, archivi e ricordi familiari ha portato alla ricostruzione di un complesso e affascinante mosaico dedicato in particolare a Van Gogh, Gauguin e Parigi: una città e due artisti colti sul finire del secolo, dal 1886 al 1893, in cui si è consumata la breve stagione del primo Post-impressionismo, aperta dall'arrivo di Van Gogh a Parigi e chiusa con il ritorno di Gauguin da Tahiti. Intrecciando con una scrittura degna di Mark Twain le opere, i luoghi e i movimenti artistici e letterari di una cultura in fermento, Rewald tesse una cronaca fedele e spesso divertente, che restituisce a vividi colori la vita e l'opera di uno dei gruppi di pittori più amati.
JOHN REWALD (1912-1994) storico dell'arte, critico e saggista, insegnò nelle Università di Princeton, Chicago e New York e collaborò con il MoMa e la National Gallery of Art newyorchesi. Tra i suoi saggi tradotti in italiano ricordiamo: Storia dell'Impressionismo (Sansoni 1949) e Paul Gauguin (Garzanti 1961).
La prima edizione di quest'opera è stata pubblicata da Sansoni nel 1967.