Gabriele d’Annunzio negli Abruzzi

Enrico Di Carlo, "Gabriele d'Annunzio negli Abruzzi – Il poeta alla prima rappresentazione de La figlia di Iorio (Giugno 1904)"
Prefazione di Franco Di Tizio – Edizione Ricerche&Redazioni, Teramo, 2003

Nel giugno 1904, Gabriele d'Annunzio fece ritorno nella sua regione in occasione della prima abruzzese de La figlia di Iorio allestita la sera del 23 al teatro Marrucino di Chieti. L'indomani, sempre al Marrucino, il poeta veniva insignito della cittadinanza onoraria: a tale riconoscimento, l'autore della tragedia pastorale replicò con un memorabile discorso, al termine del quale donò alla città il manoscritto autografo dell'opera.
In realtà, il manoscritto teatino è quello (per così dire in bella copia) servito alla tipografia Treves per l'edizione a stampa. Il "primo" manoscritto, di cui si apprese 1'esistenza nel 1937, è quello che d'Annunzio aveva regalato al suo "compagno d'invenzione e di perdizione" Francesco Paolo Michetti. Venuto in possesso di questo testo, il conte Treccani lo fece riprodurre in una magnifica edizione principe dalla Tipografia Bestetti di Milano.

Il 23 giugno, "Il Tirso – giornale dei teatri" uscì con un numero interamente dedicato a Gabriele d'Annunzio negli Abruzzi. Nel ripercorrere le tappe trionfali della tournée, iniziata il 2 marzo al teatro Lirico di Milano, il giornalista provò ad anticipare quelle che sarebbero state le celebrazioni abruzzesi: "E la terra di Abruzzo auspice Chieti, questo canto vuole a sua volta consacrare nella fiamma e nell'incendio di una gloria che sorpasserà i limiti consueti […]. L'apoteosi che Chieti decreterà a Gabriele d'Annunzio rinnoverà e rievocherà certo i gloriosi ricordi del Campidoglio".

Le previsioni, naturalmente, furono rispettate. Al suo arrivo alla stazione ferroviaria dello Scalo (proveniente da Pescara), alle ore 18 di giovedì 23, si erano recati a riceverlo le maggiori autorità cittadine, i membri del comitato organizzatore e i corrispondenti di alcuni giornali italiani.
I giorni trascorsi dall'illustre ospite a Chieti e a Pescara furono un susseguirsi di celebrazioni e di solenni banchetti, tanto che un cronista commentò: "Veramente per una festa dell'arte si potrà dire che vi son stati troppi banchetti. Ma mens sana in corpore sano; e così anche i banchetti stan bene. E poi non offrono essi occasione a discorsi?"

Di quei convivii, infatti, le cronache dell'epoca, se pur estremamente puntuali, ci hanno lasciato, più che menu particolari, la descrizione degli ambienti che avevano accolto lo scrittore e la testimonianza dei numerosi interventi tenuti dallo stesso. Durante il breve soggiorno nella sua terra, d'Annunzio fece ripetutamente sfoggio di una consumata abilità oratoria riuscendo, con la sola forza dell'eloquenza, a suscitare profonda commozione tra i presenti.

Il volume, che inaugura la collana editoriale "Piccola Biblioteca Dannunziana" di Ricerche&Redazioni, pubblica alcune immagini assolutamente originali, e si colloca nel programma delle manifestazioni per "I cento anni de La figlia di Iorio", promosse dal Teatro Marrucino di Chieti e curate dallo stesso Di Carlo, che inaugurate il via il 19 dicembre 2003 si concluderanno il 23 maggio 2004.

L'autore

Enrico Di Carlo è nato a Chieti nel 1960. Lavora presso la biblioteca dell'Università di Teramo e svolge attività di giornalista-pubblicista. Tra gli studi dedicati a D'Annunzio, ha curato il volume miscellaneo Dall'Abruzzo al Vittoriale: d'Annunzio 1938-1998 (Andromeda, 1998), la bibliografia Luigi Savorini e il fondo dannunziano della biblioteca "M. Delfico" di Teramo (Deputazione abruzzese di storia patria, 1999) e Caro Pascal: carteggio d'Annunzio-Masciantonio (1891-1922) (Ianieri, 2001). Numerosi sono i saggi su La figlia di Iorio tra i quali segnaliamo: "La figlia di Iorio" tra Michetti e d'Annunzio (in "Particolari in Abruzzo", n. 1, di cui è stato direttore) e Bibliografia critica de "La Figlia di Iorio" (in Centiscriptio: scritti demo-etno-antropologici offerti a Giuseppe Profeta, Vol. 3., 2002). È il curatore delle manifestazioni indette, nel 2003-2004, dal Teatro Marrucino di Chieti per il "Centenario della Figlia di Iorio".

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