In libreria da una sola settimana, "Nord e Sud uniti nella lotta" di Vincenzo Guerrazzi entra nella classifica dei libri più venduti. Un romanzo di rottura che negli anni ’70 provocò una breccia nelle certezze massimaliste della sinistra di allora e che oggi si rivela quanto mai attuale. Il libro fu la prima opera letteraria a subire il sequestro dopo l’Unità d'Italia. Esaurito da tempo, è stato riproposto dai Fratelli Frilli Editori oggi convinti che il dibattito che allora generò non si sia ancora sopito.
Il romanzo ha come scenario il lungo viaggio per nave compiuto nell’ottobre del 1972 da un migliaio di operai genovesi per partecipare alla grande manifestazione organizzata dai sindacati a Reggio Calabria come risposta alle sedizioni dei fascisti e del "boia chi molla".
La manifestazione rimane comunque marginale nella dinamica del racconto, così come la tematica dell’antifascismo. Il fulcro della storia è l’esperienza del viaggio. La nave diventa luogo di rappresentazione dei conflitti sociali: ai piani bassi stanno gli operai; ai piani alti i sindacalisti.
L’autore, allora operaio all’Ansaldo di Genova, per la prima volta racconta di un proletario diverso da quello raffigurato dall’agiografia di partito, un tipo umano a volte negativo, che rifiuta il rispetto peloso e la falsa ammirazione e vuole essere odiato da quella classe dirigente che lui stesso disprezza.
Il conflitto si realizza quindi all’interno del partito e del sindacato, e Guerrazzi ci rivela, in modo forse un po’ brutale, che i desideri del “proletariato” non corrispondono a quelli per lui sognati dalla classe dirigente.