Una tortura deliziosa

Nei prossimi mesi minimum fax pubblicherà una raccolta di saggi di Henry Miller sulla scrittura con il titolo Una tortura deliziosa. Pagine sull'arte di scrivere. In questa anticipazione riportiamo alcuni stralci tratti dal capitolo Scrittura e oscenità, in cui Miller – le cui opere furono per anni censurate – sottolinea con forza che la vera oscenità perpetrata dall'essere umano è la guerra.

Parlare della natura e del senso dell'oscenità non è affatto meno difficile che parlare di Dio. Fintanto che ho messo il naso negli studi consacrati all'argomento non avrei potuto immaginare la palude in cui mi stavo avventurando. […] Accusato d'adoperare un linguaggio osceno più spesso e più abbondantemente di qualunque altro autore di lingua inglese ad oggi vivente, i miei punti di vista sull'argomento possono essere interessanti. Dopo la pubblicazione di Tropico del cancro, nel '34 a Parigi, ho ricevuto centinaia di lettere di lettori d'ogni Paese, da uomini e donne d'ogni età e condizione, e nell'insieme erano messaggi di felicitazioni. Molti di quelli che denunciarono il libro a motivo del suo linguaggio sboccato confessarono dell'ammirazione su altri pani. Pochissimi, proprio pochissimi, gli rimproverarono di essere noioso o scritto male. Il libro continua a vendersi regolarmente "sotto banco" e si continua a parlarne, benché pubblicato da più di dieci anni e prontamente vietato in tutti i paesi anglosassoni. Il solo effetto che la censura ha avuto sulla diffusione è stato di farlo circolare di nascosto, limitando così la vendita ma assicurandogli la miglior pubblicità: il passaparola. […]

In questo periodo transitorio di guerre mondiali che può durare un secolo o due, l'arte ha tutte le possibilità per diventare sempre meno importante. Un mondo lacerato da indescrivibili sommosse, un mondo preoccupato di trasformazioni sociali e politiche, ha meno tempo ed energia per la creazione o l'apprezzamento delle opere d'arte. Il politico, il soldato, l'industriale, il tecnico, insomma tutti coloro che rispondono al bisogno immediato di comfort, a passioni, a pregiudizi transitori e illusori, avranno la precedenza sull'artista. Le invenzioni più poetiche, saranno quelle che potranno servire ai fini più distruttivi. La poesia stessa sarà scritta in termini di esplosivi gas asfissianti, l'oscenità si esprimerà in tecniche di autodistruzione quasi inconcepibili, che il genio inventivo dell'uomo sarà costretto ad adottare. La rivolta e il disgusto che spiriti profetici nel mondo dell'arte hanno ispirato, per aver visto un mondo in divenire, troverà giustificazione negli anni futuri, man mano che questi sogni si realizzeranno.

L'abisso che si scava tra l'arte e la vita – col divenire l'arte sempre più sensazionale e inintelligibile, e la vita sempre più smorta e disperata è stato trattato fino alla nausea. La guerra, colossale e sinistra com'è, non ha potuto sollevare una passione al livello della sua ampiezza e del suo significato. L'ardore dei greci e degli spagnoli era tale da confondere il mondo moderno. L'ammirazione e l'orrore che sollevò la loro lotta feroce fu rivelatrice. Li prendevamo per pazzi ed eroi, quasi già credevamo che una tale follia, un tale eroismo non esistessero più. Ma ciò che ci colpisce come "osceno", come insensato più che folle, è il carattere di prodigioso macchinismo di questa guerra condotta dalla grandi Nazioni. E' una guerra materialista, una guerra dove la statistica prevale, una guerra dove la vittoria è calcolata freddamente e pazientemente sulla base di più grandi e migliori risorse. Nella guerra che fecero gli spagnoli e i greci non soltanto c'era un elemento di disperazione circa l'esito immediato, ma, per così dire, disperazione circa l'esito eterno. Eppure si batterono con le unghie e con i denti e si batteranno ancora e poi ancora, sempre con disperazione e sempre gloriosamente, perché sempre con passione. Quanto alle grandi potenze che si avvinghiano in una lotta mortale, si capisce che sono solo sul punto di prepararsi per un'altra possibilità, in vista di una vittoria eterna, che è una perfetta illusione. Qualunque sia l'esito, si capisce che la vita non sarà mutata radicalmente, ma a un grado che la farà solo rassomigliare di più a ciò che essa era prima che cominciasse il conflitto. Questa guerra ha tutte le qualità masturbatorie di un combattimento tra incorreggibili recidivi.

Se insisto sui lati osceni della guerra moderna non è solo perché io sia contro la guerra, ma perché c'è nelle emozioni ambigue che ispira, un elemento che mi permette di afferrare meglio la natura dell'oscenità. Sento che nulla sarebbe considerato osceno se gli uomini andassero fino al fondo dei loro segreti desideri. Ciò che un uomo teme di più è d'essere messo di fronte alla manifestazione, in parole o atti, di ciò che ha rifiutato di vivere, di ciò che ha soffocato, o rifiutato nel suo inconscio, come ora si dice. Le qualità sordide imputate al nemico sono sempre quelle che noi sappiamo nostre, di conseguenza siamo pronti a uccidere, perché dobbiamo proiettarle su altri per misurarne l'enormità e l'orrore.

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