“Amore pe(n)sante” – Alda Teodorani

Amore pe(n)sante

Quando ho predicato la leggerezza in amore mi riferivo al legame totale e meraviglioso che unisce due cuori prima ancora che due cervelli, e due cervelli prima ancora che due corpi.

Eppure questo tipo di legame è solo la compiutezza, che viene raggiunto da chi ha raggiunto anche una pienezza di sentimenti difficile da conquistare. Personalmente credo di avercela fatta, ma bisogna fare un bel lavoro di pulizia su se stessi, eliminare le scorie, un po’ come facciamo quando, sapendo che nella vita successiva non vogliamo rinascere peggiori di quanto siamo in questa vita, o non vogliamo rinascere affatto, ci si purifica. Allo stadio intermedio, o forse al primo stadio, dell’amore, c’è una passione travolgente che è molto gradevole da provare. C’è la dipendenza totale dall’altro (e questa è un po’ meno gradevole da provare), c’è il bisogno di sentirlo- vederlo-toccarlo, c’è tutto quel che è corporeità. Bisogna liberarsi da queste storie per essere felici, bisogna interiorizzare l’amore, ma soprattutto suggerirei quel che a mio parere è il passo più importante. La comprensione, cioè, del tipo di amore che si prova, ma soprattutto bisognerebbe capire se la persona che si crede di amare corrisponde pienamente a un nostro ideale ovvero è uno capitato lì per caso, quando avevamo la porta aperta pronta ad accogliere chiunque ci recasse, come un buon fattorino, un po’ di affetto. Perché, se la donna/uomo amata/o non è che la proiezione del nostro desiderio di amare, allora vuol dire che ci siamo creati con il nostro cervello l’amore che stavamo cercando e in realtà non ci frega niente di quel malcapitato che ci ha incontrati proprio in quel momento, è insomma un amore pensante, una proiezione, una costruzione, una finzione. Ovvero, abbiamo infranto del tutto la possibilità di alleggerire un rapporto, creando un amore pesante, schiavo delle convenzioni, delle consuetudini e anche del tutto insicuro. Amare con leggerezza non significa ignorare l’esistenza della persona amata, però io credo che dia quel senso di soddisfazione che una proiezione non darà mai: la proiezione renderà sempre l’amore pesante poiché non si comporterà MAI come noi prevediamo che si comporti, non essendo quello il nostro amore vero, ma solo un misero surrogato…

Un’ultima cosa: avete mai notato, quando un amore finisce, come da un giorno all’altro crollino tutte le qualità meravigliose che fino a poco prima attribuivamo all’altra persona, il nostro partner? Improvvisamente lo vedete brutto, sporco, i bei panni dorati che lo ricoprivano sono spariti, le qualità che aveva si sono volatilizzate? Non è lui che è cambiato; voi siete cambiati, altrimenti tutto questo non sarebbe spiegabile; e se gli avevate attribuito qualità che in realtà non aveva, allora vuol dire che era solo una proiezione; non è spiegabile in altro modo il cambiamento che ne fa quasi un’altra persona, uno sconosciuto.

Alda Teodorani

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