La sofferenza in amore è davvero tanto pesante?
Chi lo ha detto che la sofferenza è negativa? Be’, sì, in effetti sono sicura che del dentista farei volentieri a meno, e anche quella pestata di piedi che una scema mi ha dato qualche giorno fa a piazza santamariaintrastevere si poteva pure evitare, ma la sofferenza in amore è davvero tanto pesante?
Penso che forse la sofferenza è uno stimolante, da quella piccola piccola di quando lei/lui non ti chiama o ti chiama mezz’ora dopo fino ad arrivare alla spudoratezza di frustate bene impartite.
Se accanto alle frustate c’è una sapiente distribuzione di piacere, allora è tutto ok.
Comunque non sono qui oggi per parlare di BDSM, anche se confesso che mi incuriosisce e ho spesso pensato che mi piacerebbe provare (oh, cosa pensi? Voglio fare la parte di chi picchia, naturalmente;).
Sono qui, invece, per parlare del piccolo, tenero gioco di tortura che chi ama impartisce inevitabilmente a chi lo ama; sono i rapporti più affascinanti quelli infarciti di lacrime, batticuore, voce a pezzi e odio. (Lasciamo perdere in questo preciso riquadro le percosse fisiche: quando ci sono, devono essere stabilite di comune accordo; se ci si picchia solo per rabbia e non per piacere, perché insomma uno dei due lo vuole, allora significa che qui qualcuno ha la testa bacata, chiunque sia quello che alza le mani.)
Li trovo insopportabili quei fidanzati grassocci, soddisfatti, che vedo mangiare popcorn aspettando in file ordinate l’apertura serale del cine, magari per andarsi a vedere l’ultimo blockbuster americano uscito nelle sale; trovo squallide le “coppie”. Quelli che quando parlano dicono tutti i verbi al plurale. Quelli che registrano sul nastro della segreteria il messaggino unificato del tipo: “questa è la segreteria di mario e maria… lasciateci un messaggio per cortesia”.
Meglio, molto meglio una sana e smagrita coppia clandestina. Meglio il pallido e poetico amante che sbircia il cellulare con ansia aspettando che squilli. Meglio i baci rubati, gli incontri che non ci sono mai perché non c’è tempo e non c’è modo. Meglio la sofferenza, meglio l’amore.
Alda Teodorani