Jonathan Lethem, Aimee Bender e Matthew Klam arrivano in Italia

Minimum fax invita in Italia queste tre figure di spicco della narrativa americana

In occasione dell'uscita, fra aprile e maggio, di "A ovest dell'inferno" di  Jonathan Lethem, "Un segno invisibile e mio" di  Aimee Bender e "Questioni delicate che ho affrontato dall'analista" di  Matthew Klam, Minimum fax invita in Italia queste tre figure di spicco della narrativa americana under-40 (già presenti nell'antologia di racconti "Burned Children of America", pubblicata lo scorso novembre).

Jonathan Lethem è un nome già noto al pubblico italiano. Minimum fax ha pubblicato nel 2001 la sua raccolta di racconti "L'inferno comincia nel giardino", e per Marco Tropea sono usciti i romanzi "Testadipazzo" e "Oggetto amoroso non identificato" (altri tre romanzi sono ancora inediti in Italia, e Lethem è già al lavoro sul suo prossimo). Autore capace di contaminare genialmente la letteratura di genere con le invenzioni della sua fantasia visionaria, è stato considerato dalla critica "il John Coltrane della scrittura americana" (Alias) e "un improbabile quanto esaltante accoppiamento fra Raymond Chandler e Philip K. Dick" (clarence.com). "A ovest dell'inferno" (164 pagine, traduzione di Martina Testa) comprende tre racconti e tre saggi autobiografici raccolti da Lethem in esclusiva mondiale per minimum fax. Il tema è quello del viaggio: seguiamo le avventure picaresche di due improbabili eroi all'interno del corpo di un misterioso animale, una farsesca maratona di realtà virtuale, le peregrinazioni di un improvvisato detective in una città futuribile paralizzata da un enorme ingorgo stradale; e poi l'autore ci conduce fra i monoliti della Monument Valley sulla scia della sua ossessione per Sentieri selvaggi, in un tragicomico autostop sulle highways americane, e infine nei cinema della Manhattan anni Settanta dove si proietta un Guerre stellari ancora non disegnato al computer. Che si tratti di ricordi personali o di creazioni fantastiche, quello di Lethem è un talento geniale di narratore capace a ogni pagina di affascinare, stupire, commuovere.

Aimee Bender, 33 anni, californiana, già autrice di una raccolta di racconti ("The Girl in the Flammable Skirt") di grande successo in America, debutta in Italia con "Un segno invisibile e mio" (257 pagine, traduzione di Damiano Abeni e Martina Testa): la critica americana l'ha definito "uno spettacolare romanzo d'esordio" (The Washington Post), "una fiaba dei fratelli Grimm coperta dall'alienazione futuristica di Philip K. Dick" (Entertainment Weekly) e il "Los Angeles Times" l'ha incluso fra i migliori libri del 2000. Una giovanissima insegnante di matematica che ha come portafortuna un'ascia affilata e rifugge dalle storie d'amore mangiando sapone; una bambina affascinata dai tubi delle flebo e dall'ospedale di vetro azzurro; il vicino solitario che ogni giorno porta al collo il proprio umore sotto forma di un numero di cera; la magia dei numeri, il fascino ambiguo della malattia, le strane alchimie dell'affetto familiare e del desiderio: inaugurando un nuovo filone di "realismo magico", postmoderno e al femminile, la Bender crea un'indimenticabile favola-per-adulti per il nuovo millennio.

Anche Matthew Klam è un autore che viene proposto per la prima volta al pubblico italiano da Minimum fax. La sua raccolta di racconti "Questioni delicate che ho affrontato dall'analista" (224 pagine, traduzione di Matteo Colombo) lo ha consacrato come uno dei nomi di primo piano della nuova scena letteraria americana: vincitore dei prestigiosi O'Henry Prize e Whiting Award, è stato scelto dal "New Yorker" fra i venti scrittori per il nuovo secolo. I protagonisti delle sue storie sono giovani uomini poco oltre i trent'anni, professionisti ma inconcludenti, accoppiati ma confusi, circondati da un universo isterico di fidanzate, fratelli e genitori che contribuiscono alla loro tragicomica instabilità. Klam racconta la guerra dei sessi (con conseguente declino del maschio occidentale) e lo sbando sentimentale e ideologico della modernità con un'ironia disincantata capace di suscitare le ire delle femministe e le discussioni dei sociologi. La verità è forse nelle parole con cui ha commentato il libro Dave Eggers (autore di L'opera struggente di un formidabile genio): "Spero che tutti leggano questo cazzo di libro, perché mentre gli altri dicono bugie, Matthew Klam è l'unico a dire le cose come stanno".

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