Tranchida festeggia i 20 anni di attività

Con una lettera di Ermanno Olmi e trifoglio alla mousse di pomodoro alla Rogelio Iriarte, Tranchida festeggia i 20 anni di attività.

Carissimo Giovanni,
vent'anni di attività è già un bel traguardo!
Vent'anni di qualità, come nel caso di Tranchida, è un vero successo: la conferma del tuo impegno, della tua sensibilità e del tuo coraggio. L'attenzione nella ricerca dei testi e la cura nel tuo lavoro di editore ti hanno dato molte soddisfazioni e sicuramente altre se ne aggiungeranno a conferma della tua sincera vocazione e appassionata tenacia.

I libri sono compagni della nostra vita: bisogna sceglierli con attenzione, come gli amici. E tu ci aiuti nel fare buone conoscenze (proprio come è capitato a me con Kemal, che tengo sempre a portata di sguardo).

… ti sono vicino nella gioia di questa festa, con sentimento di grande stima e sincera amicizia.
Tuo,
Ermanno Olmi (Asiago, 6 maggio 2003)

Ore 21.00 "Scacchiera di salmone affumicato e pâté di olive nere alla George Mackay Brown" e "trifoglio alla mousse di pomodoro alla Rogelio Iriarte", hanno aperto la cena e i festeggiamenti per i vent'anni della Casa editrice Tranchida. Un originale e spiritoso "tributo gastronomico" agli scrittori della casa editrice che, dai quattro angoli del mondo, hanno contribuito – e continueranno a farlo – ad arricchire il catalogo Tranchida, con le loro opere.

Attraverso un percorso intrapreso con determinazione e gusto per la ricerca minuziosa e profonda, la casa editrice Tranchida è riuscita, in questi vent'anni, a crearsi e a mantenere un proprio spazio nel panorama editoriale italiano. A riprova del fatto che la Tranchida non ha sin qui perso le proprie caratteristiche di casa editrice che ama curare ogni tappa del processo di pubblicazione di un romanzo, la festa ha visto la partecipazione di tutti coloro che, con meticolosità e attenzione, rendono possibile il suo lavoro. Stampatori, scrittori (Ciarallo, Camilla Moro, Patetta, Pinardi, Walter G. Pozzi e Cataldo Russo), amministratori, traduttori (tra cui Claudia Zonghetti e Nicola Lazzaro), amici (tra cui si notavano per la loro delicata presenza Francesco Saverio Borrelli, il compositore Fabio Vacchi e l'imprenditore Sestilio Paletti) e distributori erano tutti presenti per testimoniare lo stretto rapporto che li lega alla Tranchida. Da anni sempre gli stessi; il loro contributo non si limita a quello strettamente professionale.

Ore 22.15. "Pennette fredde con caponatina di melanzane alla Cataldo Russo" e "crudités e pinzimonio alla Ibrahim Souss"; la festa è al suo apice. Tra accenni, sussurrati, degli scrittori presenti a proposito dei nuovi libri in uscita, il tifo per la partita di coppa campioni (il calcio ha lunghi tentacoli.) e gli inevitabili discorsi sulla situazione politica, l'editore si aggirava a unire i fili tra i numerosi ospiti e a ricevere gli omaggi. L'atmosfera era quella di una cena tra vecchi amici. Spostandosi da un crocchio all'altro, si poteva "toccare" un libro e sentir così narrare la propria nascita dalle viscere del suo scrittore, il successivo viaggio dall'editing alla stampa (le timidissime redattrici), il percorso, difficile e accidentato, tra librai e librerie (distributori e venditori) e, infine, udire le peripezie che attendono libro e scrittore durante le presentazioni, in giro per l'Italia.

Ore 23.00.  "Mousse al cioccolato con granella di nocciola alla William McIlvanney" e "caffè alla Vicente Verdú", hanno accompagnato gli ultimi momenti della serata. Prima dei saluti finali e dopo innumerevoli discussioni, ogni ospite ha lasciato un proprio pensiero in un quaderno dalla copertina nera e un po' rétro. Numerosi sguardi sono caduti sulle parole di Ermanno Olmi: ". I libri sono compagni della nostra vita: bisogna sceglierli con attenzione, come gli amici. E tu ci aiuti a fare buone conoscenze." Vent'anni dunque, passati a scegliere con attenzione autori e titoli, classici e contemporanei, capaci di dar voce a realtà lontane e sconosciute, dal popolo cucko del siberiano Jurij Rytcheu, a quello curdo di Yashar Kemal, ai baschi di Edorta Jimenez. Romanzi che aprono porte, quindi; ad amici, ammiratori e lettori la capacità di tenerle aperte.

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