Cascina Macondo bandisce per l'anno 2004 il 2° Concorso Nazionale di Haiku in lingua italiana.
Possono parteciparvi autori italiani e stranieri con un massimo di 3 Haiku rigorosamente classici (5-7-5 sillabe)
Gli Haiku possono essere inviati tramite sito web: www.cascinamacondo.com, compilando l’apposito modulo, o tramite posta all'indirizzo:
Cascina Macondo, Concorso Nazionale Haiku 2004,
Borgata Madonna della Rovere, 4 – 10020 Riva Presso Chieri (TO)
accompagnati da una dichiarazione dell''autore che attesti il suo non pretendere diritti d'autore sugli Haiku inviati al Concorso.
I componimenti devono pervenire entro e non oltre il 20 luglio 2004.
Primo premio una ciotola Raku di gran valore e una targa.
Secondo e terzo premio una preziosa ciotola Raku e una targa.
La cottura Raku delle ciotole, evento particolare denso di significati e di emozioni, avverrà cerimonialmente il giorno stesso della premiazione domenica 5 dicembre 2004 a Cascina Macondo in un forno di fuoco secondo la tecnica giapponese alla presenza degli autori intervenuti. I primi 50 haiku classificati verranno pubblicati nella collana "Haiku Haiku" edita da Cascina Macondo.
Non è prevista alcuna tassa di lettura.
Tutti gli Haiku pervenuti verranno pubblicati sul sito di Cascina Macondo e votati dal pubblico (che potrà votare sino al 29 agosto 2004)
La giuria composta da:
Agrippino Musso, Anna Maria Verrastro, Annette Seimer, Antonio Ruggiero, Antonella Filippi, Enrico Mario Lazzarin, Fabrizio Virgili, Franco Pariante, Gianni Borraccino, Giuseppe Risso, Gulli Pepe, Marco Morello, Mario Fatibene, Mario Robecchi, Paolo Luino, Pietro Tartamella, Reno Rascionato, Roberto Martinez, Silvia Sanlorenzo, Ugo Benvenuto, Umberto Cordier, Wanda Scrima
tenuto conto del voto dei lettori esprimerà il suo insindacabile giudizio.
haiku:
L’Haiku è una poesia di concentrazione. Un' immagine racchiusa in diciassette sillabe. Sono solo tre versi di cinque-sette-cinque sillabe. La caratteristica di un Haiku è uno sbalzo, una sensazione di spazio, un capovolgimento. È nato in Giappone nel diciassettesimo secolo. Ogni Haiku ha bisogno di un silenzio intorno, soprattutto un vuoto mentale (una lentezza) entro cui stagliarsi. Sono immagini concentrate pronte ad esplodere, ora con un balzo, ora con un tuffo di luce. Piccoli suoni per dilatare il tempo, e per fermarlo un po’. Nudi e crudi a volte i suoni escono a passeggiare. Poter fermare un po' questo nostro tempo e nulla più.
Fra le tegole
filari d'acqua vanno.
Alla grondaia.