Da Giovanni Tranchida Editore

Ospiti della Nazione di Frank O'Connor

A cura di Carmine Mezzacappa

contiene il saggio "O'Connor e gli altri. La letteratura irlandese del Novecento"

Frank O'Connor aveva il raro dono di sapere ascoltare le voci delle persone, sapeva immedesimarsi nei loro piccoli e grandi drammi sforzandosi di comprenderle anche se erano lontane dal suo modo di vedere e sentire. In lui, la sensibilità dell’uomo coabita felicemente con la sensibilità dello scrittore.

O'Connor racconta in modo viscerale, come se entrasse lui stesso nella narrazione lasciandosi contagiare dagli stati d’animo dei personaggi. O'Connor registra pensieri e umori naturalisticamente da "dentro" il racconto. O'Connor ha il pregio intellettuale e umano di coltivare il metodo del dubbio rigorosamente e coerentemente non solo nei racconti di preti, bambini, donne, anziani, ma anche in quelli della guerra civile irlandese: "Meglio vivere, leggere, visitare luoghi d‘arte. Sono certo che tutti i nostri martiri morti per la causa non avevano nessuna voglia di morire."

Nei suoi racconti sulla terribile guerra civile irlandese si coglie una coraggiosa autocritica secondo cui anche le cause giuste contengono il male incurabile della mistificazione e del tradimento dei loro principi. I personaggi, per quanto nobili siano i loro ideali, non vengono descritti come eroi perché O'Connor è consapevole che essi agiscono sulla spinta emotiva.

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