Novità Istituti Editoriali e Poligrafici internazionali Febbraio 2004

De mulieribus · Delle donne  di Mario Equicola

A cura di Giuseppe Lucchesini e Pina Totaro
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali

Il testo latino che qui si presenta, riproposto per la prima volta sulla base di una rara editio princeps e tradotto in italiano, offre una significativa testimonianza dell’interesse per la questione femminile, per l’influenza dell’ educazione, per le doti e l’attività letteraria delle donne nell’Italia tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Esso, nel panorama culturale del Rinascimento, consente di individuare, all’interno della grande varietà di testi scientifici e letterari in favore del sesso femminile o a sostegno della pari dignità dei sessi, il delinearsi di modelli culturali nuovi e l’ emergere di un’effettiva esigenza di partecipazione ai saperi e di ricerca di spazi di espressione e accesso ai luoghi della formazione, da cui le donne erano tradizionalmente escluse. Nell’opera, dedicata a Margherita Cantelmo Maroscelli o Maloselli e uscita probabilmente a Ferrara nel 1501, si fa riferimento alla tradizione filosofica, ma anche alla produzione letteraria dedicata all’argomento, ancorandole a due nuclei tematici particolari: l’uno teso a sottolineare l’eccellenza della donna, l’altro incentrato sulla descrizione di figure femminili esemplari per virtù e dottrina. Il libro, testimoniando l’irruzione della donna nell’ambito di quella Respublica litterarum riservata tradizionalmente agli uomini, si propone anche come una delle prime riflessioni critiche sull’origine e sulle cause del ruolo subordinato della donna, sull’ influenza e sui condizionamenti della cultura; per la sua capacità di affrontare il tema in una prospettiva filosofica, esso segna una tappa significativa nella trattatistica rinascimentale, trovando in seguito ampia eco nel corso del Cinquecento.

Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo Ottocento  di Giuseppe Antonelli

Sondaggi sulle lettere familiari di mittenti colti
Edizioni dell'Ateneo

Il volume si propone di indagare quali fossero le caratteristiche dell’italiano scritto di uso medio nel primo Ottocento. La varietà della lingua che qui viene presa in considerazione è infatti, nell’ambito di un secolo fra i più studiati sotto l’aspetto linguistico, ancora poco descritta. Sotto la lente della linguistica sono più spesso cadute le due zone estreme della lingua letteraria e della lingua dei semicolti (il cosiddetto italiano “popolare”), mentre è rimasto in ombra lo studio sulla fascia media del continuum linguistico (cioè, in genere, scritture private prodotte da persone cólte). L’ Autore del presente lavoro, prendendo in considerazione lettere di quaranta scriventi diversi (uomini e donne, scrittori e non, originari dell’Italia del Nord, del centro e del meridione), ciascuno rappresentato da trenta pagine a stampa o da una sezione corrispondente nel caso di manoscritti, cerca di individuare le costanti che caratterizzano, da un punto di vista linguistico, questo tipo di comunicazione scritta informale, e di riconoscere quindi una norma, intesa nel senso di “media” tra le diverse scelte dei singoli. Il secondo intento della ricerca è poi quello di scoprire se la “grammatica ottocentesca”, vale a dire l’insieme di convenzioni che regolavano i rapporti tra corrispondenti, giungesse fino a condizionare gli aspetti espressivi più specifici (scelte sintattiche, fonologiche, morfologiche), imponendo una sorta di galateo linguistico che lo scrivente cólto era tenuto a rispettare.

Il codice del dono.  Verità e gratuità nelle ontologie del novecento  a cura di Giovanni Ferretti

Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali

Il Convegno di cui qui si pubblicano gli Atti si è proposto di studiare il concetto e le dinamiche del dono come chiave per un ripensamento e rinnovamento dell’ ontologia e, in generale, per una riconsiderazione delle tradizionali categorie metafisiche. Rinnovamento e ripensamento che, tenendo conto degli apporti delle principali concezioni ontologiche del Novecento, siano in grado di superare le obiezioni e le difficoltà che hanno portato alla crisi dell’ontologia, sia di quella espressa dalla metafisica tradizionale, sia di quella coscienzialistica o idealistica. La connessione tra essere e dono (intendendo il manifestarsi dell’essere nella sua verità e nel suo senso ultimo come una vera e propria “donazione”), istituita da Husserl e Heidegger, ha costituito l’orizzonte problematico di fondo del Convegno, che si è impegnato sia sul versante dell’esatta portata storicofilologica di tale connessione, sia su quello della sua tenuta ed eventuale fecondità teoretica, sia, più in generale, su possibilità alternative di pensare in modo più adeguato il rapporto tra donazione, dono ed essere.

Nuovi fascicoli

Rivista di Cultura Classica e Medioevale. Diretta da Giampietro Marconi
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali

La Rivista di Cultura Classica e Medioevale, fondata nel 1959 da E. Paratore, G. Vinay, C. Giannelli, esce regolarmente in due fascicoli annuali sotto la guida del nuovo Direttore Giampietro Marconi e di un comitato scientifico che ne sorregge l'ampliamento in specifici settori dell'antichistica: letteratura latina classica e tardoantica, storia romana, letteratura greca, storia greca, diritto romano, letteratura cristiana, filologia bizantina, presenza dei classici nelle letterature moderne. Anche attraverso le sezioni: Note e Discussioni, Recensioni e Libri, la RCCM mira a dare un contributo critico ai problemi d'attualità e a offrire un panorama del dispiegarsi dei filoni della riflessione moderna sulla cultura antica e medioevale.

Studi Veneziani. Rivista diretta da Gino Benzoni
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali

Il periodico – tripartito nelle tre sezioni di Studi, Note e Documenti, Recensioni – s'è autorevolmente affermato per la tempestiva pubblicazione di saggi dal forte nerbo interpretativo, di risultati d'approfondito scavo documentario e di vigile e avvertito controllo sul costante flusso bibliografico direttamente o indirettamente concernente la storia della Serenissima. Doverosa, altresì, la precisazione che – per quanto timbrato dalla venezianità dell'argomento – il periodico non è afflitto da sentori localistici, non è soffocato da una qualche sindrome del microcosmo. E ciò perché Venezia è stata la città più ricca di significato d'Europa, "porto del genere umano" a detta di Petrarca, "papessa di ogni altra citade" a detta di Pietro Aretino. E di detta ulteriorità di Venezia Studi Veneziani si spera risenta.

Il Foro Padano. Rivista di giurisprudenza e di dottrina
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali

Il Foro padano, periodico fondato nel 1948, si distingue sia dalle riviste generiche, sia da quelle specializzate. Esso è rivolto al giurista che opera nel settore commerciale, delle obbligazioni e contratti, della consulenza e del contenzioso, e gli mette a disposizione decisioni, note a sentenza e scritti:

– di interesse in tali specifici ma ampi settori;
– redatti in forma moderna e, di proposito, non eccessivamente involuta e dottrinaria.
Il Foro padano si presta così ad essere (a fianco, eventualmente, di una rivista specializzata nel settore di loro specifico interesse):
– un utile e agevole strumento di consultazione per giuristi di impresa;
– un utile complemento per avvocati, commercialisti e notai;
– uno strumento per quell'aggiornamento professionale che è indispensabile.
Nell'ambito della rivista sono coltivati i seguenti filoni:
– contrattuale;
– societario;
– proprietà intellettuale e industriale;
– comunitario;
– internazionale;
– processuale;
– arbitrato.

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