Novità Seb27 Editrice Novembre 2003

"Negli occhi dell'altro" di Rossella Vezzoli

Cosa ci fanno Micòl, Pietro e Francesca sopra uno sgangherato aeroplano in volo sui cieli dell’Asia? Beh, quello che farebbe ognuno di noi: cercano.
Francesca, la psichiatra, cerca un se – una possibilità, una storia – e finalmente non sé. Pietro è alla ricerca di una musica impossibile, e la troverà nel ritmo dei colori e di una storia. Micòl, incredibilmente la più saggia, cerca soltanto parole… quelle più adatte per continuare a raccontare la Storia. Micòl diventerà così l’improbabile biografo di Orlando, un Orlando medievale – Virginia Woolf è una scusa, uno splendido pretesto – che attraversa un mondo in continua costruzione dove il tempo imparerà gradatamente persino a misurarsi. Ma Orlando e il suo biografo non si preoccupano del tempo, cavalcano verso nord, verso il mare. Passano attraverso il mondo e il tempo, e osservano, e incontrano. Incontrano personaggi fantastici come Jeanne d’Arc, personaggi reali come un drago che sputa indovinelli… S’immischiano in mille intrighi, riuscendone soltanto con la semplicità immediata delle parole.

Tutto sembra avvenire come dall’altra parte di uno specchio: quella giusta, o presunta tale; e alla fine addirittura un bonzo ci risparmierà qualche manciata di favolette zen per starsene zitto, anche lui ad ascoltare rapito la storia narrata da Micòl.

"La fabbrica delle meraviglie"   di Mario Sgotto

La storia di un teatro inizia molto prima del suo progetto, ha radici nella cultura della città che lo ospita e nella storia dei teatri che lo hanno preceduto.
Vercelli, nella seconda metà dell’Ottocento, è una frequentatissima piazza, nodo di una rete teatrale transregionale, dove una moltitudine di compagnie comiche maggiori e minori si esibiscono nell’arena del Teatro Diurno d’estate e nell’autunno appaiono come novità al Civico Teatro. Il teatrino popolare di via dei Macelli è una vera fabbrica del divertimento: dal 1872 al 1900 sono svariati gli spettacoli che i vercellesi consumano per pochi soldi, tra fumo, afa e zanzare accompagnati dalla proverbiale orchestrina del maestro, tipografo, impresario e proprietario Gian Battista Facchinetti. Il Civico Teatro, pur accogliendo l’opera musicale e il repertorio delle Compagnie comiche nazionali, ospita anche prestigiatori, ventriloqui, compagnie acrobatiche, illusionisti, spettacoli circensi e di varietà, in linea con quel gusto del tempo per la novità e la meraviglia.
Narrando dei vecchi luoghi dello spettacolo – attraverso la loro evoluzione architettonica e il dialogo con la città e con i protagonisti della scena – la ricerca vuole suggerire qualche riflessione sulla funzione che questi spazi hanno avuto nel corso del secolo XIX.

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