Non solo le navi di emigranti del “mamma mia dammi cento lire” o le immagini della tragedia nelle miniere di Martinelle, in Belgio. Per lunghi anni, troppi, pensando alla storia dell’emigrazione italiana, si è sempre pensato che fosse un fenomeno tipico dell’Italia post – unitaria, e durato fino agli sessanta del secolo scorso. Così non è, ed è necessario approfondire di più, scavare negli archivi e nelle biblioteche, ricercare gli avvenimenti, se possibile, anche nella memoria popolare. Matteo Sanfilippo, con il suo “Problemi di storiografia dell’emigrazione italiana”, ci dice questo e molto altro, in un testo che, come ha scritto il “Manifesto” dell’11 marzo 2004, “costituisce un punto di riferimento essenziale per storici, scienziati sociali, e per chi in generale voglia un quadro sofisticato e chiaro dello stato dell’arte”. Sanfilippo, ricercatore presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’università della Tuscia, docente di Storia moderna, ha all’attivo numerose pubblicazioni sul rapporto “storico” tra la “vecchia” Europa e il Nuovo Mondo, un rapporto che, se adeguatamente studiato, sviscerato e liberato da zavorre ideologiche, può aiutare a capire anche le moderne piccole tensioni tra Europa e America, ed in qualche caso a risolverle. Di tutto ciò, ovviamente, non si parla nel volume qui presentato dove, tra l’altro, è proposta una nuova periodizzazione dell’emigrazione italiana, è affrontato da vicino il “contributo”, in numero e forze, dato da donne e minori in questa piccola storia d’Italia, e sono sollevati argomenti e temi destinati ad un proficuo dibattito scientifico. A Matteo Sanfilippo, proprio per i suoi studi sull’emigrazione, è stato assegnato, nel mese di febbraio, il premio canadese “Pierre Savard”, a dimostrazione dell’alto contributo dato dai suoi scritti.
Francesco Corsi
Problemi di Storiografia dell'emigrazione italiana di Matteo Sanfilippo
Negli ultimi anni si è fatto impellente il bisogno di una nuova storia degli emigranti italiani, che comprenda tutti i secoli dal medioevo all’età contemporanea, ma l’elaborazione di una tale sintesi è stata bloccata dalla peculiare evoluzione della storiografia relativa. Questo libro cerca quindi d’identificare i problemi e i momenti del dibattito sulla questione. In particolare discute del perché siano stati poco studiati i flussi migratori nell’età moderna e del perché ci si sia concentrati sulla fase post-unitaria. A tal proposito presenta le interpretazioni e le motivazioni degli osservatori nei decenni immediatamente successivi all’Unità d’Italia e il canone storiografico che si è venuto poi costruendo. Infine analizza le ricerche che hanno spinto a rivedere la tradizione appena ricordata, in particolare quelle sul rapporto tra motivazioni economiche e motivazioni politiche della partenza, sullo sviluppo di un’identità nazionale delle comunità emigrate, sul processo d’inurbamento e di politicizzazione delle masse espatriate, sulla presenza di donne, anche sole, e di minori di entrambi i sessi accanto ai maschi adulti. Fondamentalmente questo volume non pretende di ricostruire la storia dell’emigrazione italiana, ma vuole sgomberare il terreno da tante interpretazioni ormai desuete e scavare le fondamenta per poter redigere una nuova e più completa sintesi.