SPECIALE NO WAR:
WAR di Charles Bukowski
GUERRA
guerra, guerra, guerra
il mostro giallo
la divoratrice di anime
e corpi.
guerra
l'indescrivibile,
il piacere del
folle
l'ultimo argomento
a disposizione
degli uomini non cresciuti.
deve esistere per forza?
e noi?
e intanto ci avviciniamo
all'ultimo lampo
all'ultima chance che ci resta.
resta soltanto un fiore.
un solo istante.
per respirare così.
(Traduzione di Christian Raimo) WAR
war, war, war
the yellow monster,
the eater of mind
and body.
war,
the indescribable,
tne pleasure of
the mad,
the final argument
of
ungrown men.
does it belong?
do we?
as we approach
the last flash of
our chance.
one flower left.
one second.
breathing like this.
SPEAK OUT di Lawrence Ferlinghetti
Con questa poesia di esortazione Lawrence Ferlinghetti, il "poeta laureato" di San Francisco, nonché scrittore, pittore, editore della beat generation, ha partecipato al movimento statunitense Poets against the war, che ad oggi ha raccolto più di 5300 poeti/adepti. Ferlinghetti ha quasi 84 anni. Ma nessuna intenzione di abbassare la voce.
FATEVI SENTIRE
E una paranoia immensa soffia sulla nazione
e l'America trasforma l'attacco alle sue Torri Gemelle
nell'inizio della Terza Guerra Mondiale
la guerra contro il Terzo Mondo
e i terroristi di Washington
arruolano tutti i giovani
e nessuno si fa sentire
e danno la sveglia
a tutti quelli col turbante
e scaricano nel cesso
tutti gli strani immigrati
e rispediscono tutti i giovani
di nuovo nei campi di morte
e nessuno si fa sentire
e quando vengono a fare una retata
di tutti i grandi scrittori e poeti e pittori
il Fondo Nazionale per le Arti dell'Autocompiacimento
non si farà sentire
mentre tutti i giovani
stanno uccidendo tutti i giovani
di nuovo nei campi di morte
e così adesso è ora che vi fate sentire
voi tutti amanti della libertà
voi tutti amanti della ricerca della felicità
voi tutti amanti e dormienti
nel profondo dei vostri sogni privati
adesso è ora che vi fate sentire
o maggioranza silenziosa
prima che loro vi vengano a prendere
(Traduzione di Damiano Abeni) SPEAK OUT
And a vast paranoia sweeps across the land
And America turns the attack on its Twin Towers
Into the beginning of the Third World War
The war with the Third World
And the terrorists in Washington
Are drafting all the young men
And no one speaks
And they are rousting out
All the ones with turbans
And they are flushing out
All the strange immigrants
And they are shipping all the young men
To the killing fields again
And no one speaks
And when they come to round up
All the great writers and poets and painters
The National Endowment of the Arts of Complacency
Will not speak
While all the young men
Will be killing all the young men
In the killing fields again
So now is the time for you to speak
All you lovers of liberty
All you lovers of the pursuit of happiness
All you lovers and sleepers
Deep in your private dreams
Now is the time for you to speak
O silent majority
Before they come for you
GOD BLESS AMERICA di Harold Pinter
Da sempre impegnato in cause civili e politiche Harold Pinter, considerato il più importante drammaturgo inglese, ha preso posizioni nette e decise contro la politica dell'amministrazione Bush e contro la sua volontà di dare inizio a questa guerra insensata. Pubblichiamo qui una poesia e lo stralcio di un discorso da lui pronunciato recentemente alla Camera dei Comuni di Londra, senza nessuna paura di esporsi.
GOD BLESS AMERICA
Rieccoli gli Yankee
che sfilano corazzati
e galoppano per il vasto mondo
cantando ballate di gioia
in lode del Dio americano.
Le strade sono intasate di morti
quelli che non sono riusciti ad arruolarsi
gli altri che si sono rifiutati di cantare
quelli che stanno perdendo la voce
quelli che hanno scordato le canzoni.
I cavalieri hanno fruste taglienti
le teste rotolano nella sabbia
le teste formano pozze per terra
le teste formano macchie nella polvere
gli occhi sono spenti e il naso
sente solo la puzza dei morti
mentre l'aria morta è viva
del fetore del Dio americano.
(traduzione di Riccardo Duranti)
GOD BLESS AMERICA
Here they go again,
The Yanks in their armoured parade
Chanting their ballads of joy
As they gallop across the big world
Praising America's God.
The gutters are clogged with the dead
The ones who couldn't join in
The others refusing to sing
The ones who are losing their voice
The ones who've forgotten the tune.
The riders have whips which cut.
Your head rolls onto the sand
Your head is a pool in the dirt
Your head is a stain in the dust
Your eyes have gone out and your nose
Sniffs only the pong of the dead
And all the dead air is alive
With the smell of America's God.
Dal discorso di Harold Pinter alla Camera dei Comuni tenuto il 21 gennaio del 2003. Traduzione di Lorenza Pieri
Una delle immagini più nauseanti del 2002 è quella del nostro Primo Ministro inginocchiato in chiesa a pregare pace in terra agli uomini di buona volontà il giorno di Natale, mentre in quello stesso momento si stava preparando ad appoggiare l'uccisione di migliaia di persone innocenti in Iraq.
Recentemente sono stato ripreso dall'Ambasciatore Americano in Inghilterra per aver definito l'Amministrazione degli Stati Uniti un animale selvaggio assetato di sangue. Tutto quello che posso aggiungere è questo: date un'occhiata alla faccia di Donald Rumsfeld e il caso è chiuso.
Credo che questa guerra non sia solo un atto criminale premeditato, malvagio e barbarico, ma che contenga in sé una tangibile gioia di distruggere. Il potere, come è stato spesso sottolineato, è un grandioso afrodisiaco, e sembra esserlo anche la morte degli altri.
Gli americani hanno l'apparente appoggio della "comunità internazionale" attraverso vari sistemi di intimidazione a colpo sicuro: corruzioni, estorsioni, ricatti, balle.
La "comunità internazionale" è diventata un'entità senza potere, forzata a piegarsi al servizio di una potenza militare brutale e senza controllo. La posizione più spregevole è di sicuro quella del nostro paese che crede di stare fianco a fianco con il suo grande alleato quando invece non è altro che un cane bastonato e sottomesso, più di qualsiasi altro paese. Lo spregevole servilismo del nostro governo nei confronti degli Stati Uniti ci umilia, ci rende deboli e disonorati.
Questa guerra pianificata non porterà altro che al collasso definitivo di quello che rimane delle infrastrutture irachene, spargerà morti, mutilazioni e malattie, un numero di rifugiati stimato attorno al milione, provocherà un'escalation di violenza in tutto il mondo, ma sarà sempre spacciata come una "crociata morale", una "guerra giusta", una guerra intrapresa dalle "democrazie che amano la libertà" per portare la "democrazia" in Iraq.
La puzza di ipocrisia è soffocante.
Tutto ciò in realtà è una semplice storia di invasione di un territorio sovrano, di occupazione militare e di controllo del petrolio.
Abbiamo un chiaro dovere, che è quello di opporre resistenza.