Negli ultimi anni, l’implantologia dentale, a carico immediato e non solo, si è fatta strada come un’alternativa di grande valore per ripristinare un sorriso esteticamente gradevole e una masticazione efficiente in pazienti privi di uno o più denti.
Nel secondo caso, in passato il gold standard sarebbe stata la dentiera, una soluzione con diversi contro, tra i quali è possibile chiamare in causa la stabilità non sempre ottimale.
Chi ha avuto a che fare con l’implantologia dentale almeno una volta, ha sentito parlare dell’importanza della densità ossea mandibolare, un fattore fondamentale per il successo dell’impianto.
Nei casi in cui non è sufficiente, l’implantologo può intervenire in diversi modi. Uno di questi è la scelta dei mini impianti dentali, grazie ai quali è possibile venire incontro alle indicazioni cliniche di pazienti come gli anziani edentuli ormai da tempo, la cui bocca non sarebbe in grado di supportare le viti degli impianti di dimensioni standard.
L’età, come appena accennato, ha un impatto sulla densità ossea mandibolare. Non è l’unico fattore da considerare. Vediamo, nelle prossime righe, come possono cambiare le cose a seconda del sesso del paziente.
Cosa dice la scienza?
La scienza si è più volte interrogata in merito all’impatto che il sesso ha sulla densità ossea della mandibola. Tra i risultati che sono stati raggiunti, è possibile chiamare in causa le conclusioni di uno studio condotto da un team attivo presso l’Università di Medicina di Kyoto. Gli esperti in questione, che hanno preso in esame pure l’influenza esercitata dall’età, si sono soffermati sui dati di 225 pazienti di diversa età e sesso.
A seguito di un’analisi trasversale della densità minerale dell’osso alveolare mandibolare, chiamata in causa anche con l’acronimo al-BMD.
Si sono concentrati in particolare sull’area degli incisivi mandibolari, ricorrendo all’ausilio di un sistema computer assistito progettato in maniera specifica per le radiografie e caratterizzato da un alto livello di precisione.
I risultati dello studio
Al follow up, è stato possibile riscontrare, nei pazienti di sesso maschile, una densità minerale ossea alveolare a livello della mandibola più alta. Le differenze sono risultate evidenti in tutti i cluster di età, in particolare tra i soggetti dai 25 ai 49 anni.
Con l’avanzare dell’età, è stato altresì possibile notare, nei pazienti di ambo i sessi, una tendenza alla riduzione del sopra citato dato.
Entrando nel vivo dei dati in merito, è possibile ricordare che, passando dalla fascia di età 25-49 a quella 50-74, si parla di una riduzione del 9,8%.
Guardando solo ai dati delle pazienti di sesso femminile, la parabola discendente riguarda l’intero ciclo della vita.
Questi risultati suggeriscono l’importanza di considerare sia l’età, sia il sesso del paziente nella fase di valutazione della densità ossea alveolare della mandibola prima dell’esecuzione di un impianto dentale.
Chi ha commentato questo studio, ha inoltre sottolineato l’importanza di valutare un approccio strategico e terapeutico mirato, avente lo scopo di contrastare il processo di riduzione della densità minerale alveolare della mandibola, con lo scopo primario di contrastare gli effetti dell’età.
Questo percorso può passare, per esempio, dalla prevenzione dell’osteoporosi.
L’assunzione di farmaci caratterizzati dalla presenza di bifosfonati, principi attivi gold standard nella gestione della suddetta patologia, può aumentare il rischio di avere a che fare con quadri di osteonecrosi a livello di mandibola e mascella.
Il rischio è risultato dipendente dal tempo di assunzione dei farmaci con bifosfonati.
In caso di problematiche al cavo orale successive all’inizio della terapia farmacologica con l’osteoporosi, è essenziale rivolgersi tempestivamente a un esperto.
Alcuni sintomi, infatti, possono essere sovrapponibili a quelli della parodontite.
La presenza di bifosfonati, ribadiamo, è determinante. Nei pazienti che curano l’osteoporosi con principi attivi differenti, il rischio di osteonecrosi della mandibola, dati scientifici alla mano, è di sette volte inferiore.