Il mondo dell’editoria è composto da numerose figure professionali: alcune più conosciute, come editori e scrittori, ed altre meno note al grande pubblico e, soprattutto, a coloro che appartengono alla categoria dei “lettori occasionali”.
Eppure, accanto agli autori di romanzi, manuali e saggistica, troviamo spesso vari collaboratori, il cui ruolo è altrettanto importante per la riuscita delle pubblicazioni: tra questi, ghostwriter e correttori di bozze meritano un focus particolare.
Chi è il ghostwriter?
Il ghostwriter è un professionista che si occupa di redigere materialmente un testo – solitamente di narrativa o di genere autobiografico – per conto del committente.
Talvolta il suo nome può apparire in copertina insieme a quello dell’autore principale – pensiamo, ad esempio, alla blogger Stella Pulpo, che ha collaborato alla realizzazione del primo romanzo autobiografico pubblicato dalla nota influencer Giulia De Lellis – ma, nella maggioranza dei casi, il ghostwriter si limita a prestare il proprio servizio in maniera anonima, rimanendo di fatto “dietro le quinte”.
Dunque, a differenza di un normale collaboratore, il ghostwriter cede interamente i diritti della sua opera a terzi e, per questo, riceve un compenso economico extra.
Chi è il correttore di bozze?
Diversa è la funzione del correttore di bozze, al quale non viene richiesto di creare contenuti da zero, bensì soltanto di revisionare quelli realizzati dall’autore.
È raro che romanzieri, giornalisti, ecc. – specialmente se affermati – si occupino di rileggere le proprie opere per intero, prima che queste vengano mandate in stampa.
Di solito, infatti, la casa editrice affida tale compito ad un professionista specializzato – il correttore di bozze, appunto – per verificare che non vi siano refusi, errori ortografici o di punteggiatura e, all’occorrenza, effettuare le modifiche necessarie.
Il correttore di bozze, quindi, non interviene né sui contenuti, né a livello stilistico o formale, ovvero sul tono utilizzato, sulla suddivisione in capitoli, paragrafi, ecc..
Cosa hanno in comune queste figure?
Oltre ad operare nel medesimo settore – quello dell’editoria tradizionale o digitale – sia il ghostwriter che il correttore di bozze sono spesso inquadrati come freelance.
Ciò significa che non fanno parte dell’organico della casa editrice, né risultano vincolati ad essa, ragion per cui possono instaurare anche più collaborazioni.
Il loro compenso, inoltre, si calcola a prestazione e può variare a seconda del numero di pagine da scrivere o correggere, del genere letterario, dei tempi concessi.
Infine, per lavorare stabilmente come ghostwriter o correttori di bozze freelance, senza rischiare problemi con il fisco, è necessario essere titolari di Partita IVA – utilizzando un Codice ATECO in linea con la professione svolta – e adempiere ai vari obblighi previsti dalla legge (fatturazione, tasse, dichiarazione redditi, ecc.).

