In libreria "L'inganno a tavola" di Jeffrey M. Smith. Prefazione di Vandana Shiva – edito da Nuovi Mondi Media
"L'inganno a tavola"
Le bugie delle industrie e dei governi sulla sicurezza dei cibi geneticamente modificati
In netto contrasto con le rassicurazioni della propaganda ufficiale, il libro mette a nudo le macchinazioni delle industrie biotech, dei governi e dei media per nascondere all'opinione pubblica i pericoli degli OGM.Con uno stile avvincente e un grande talento nel trattare temi scientifici con precisione e chiarezza, l'autore riesce a fondere il migliore giornalismo d'inchiesta con l'arte del racconto.
Il nostro cibo è sicuro?
"Finalmente qui abbiamo le prove di come le colture e i cibi transgenici siano stati imposti al mondo con la forza, di come la propaganda abbia preso il posto della scienza, di come si siano fatti sparire i rischi mettendo a tacere gli scienziati che lavoravano sui rischi".
"Questo libro unisce un'acuta analisi della vera natura dell'ingegneria genetica, una critica devastante sui rischi per la salute e per l'ambiente delle colture GM, ed esempi gravissimi sulla manipolazione della scienza e dei mezzi d'informazione da parte dell'industria biotecnolgica".
La prefazione:
Dai semi dell'inganno ai semi della libertà (Gioco di parole incentrato sul titolo originale del libro "Seeds of Deception", I semi dell'inganno)
I giganti del biotech come Monsanto stanno usando l'ingegneria genetica per arrivare a controllare le nostre vite e i nostri sistemi alimentari, attraverso la menzogna e la paura. Non manipolano solo la vita, ma anche i fatti. Ed ecco finalmente in "L'inganno a tavola" abbiamo le prove di come, negli ultimi anni, le colture e i cibi transgenici siano stati imposti al mondo con la forza. Abbiamo le prove di come la propaganda abbia preso il posto della scienza, di come si siano fatti sparire i rischi mettendo a tacere gli scienziati che lavoravano sui rischi.
L'emergere di nuovi pericoli da nuove tecnologie richiede un'intensificazione della ricerca pubblica, per valutare i rischi e fornire conoscenze ai sistemi deputati al controllo della biosicurezza e della salute pubblica. Ma proprio quando la ricerca pubblica è più che mai necessaria per proteggere la salute delle popolazioni, gli scienziati indipendenti che svolgono studi indipendenti diventano novelli Galileo. Vengono allontanati dalle loro ricerche e dagli istituti in cui lavorano, sotto la pressione degli interessi di gruppi ristretti disposti a introdurre a qualunque costo sul mercato alimenti pericolosi, e impegnati a creare un'atmosfera generale in cui l'ignoranza dei rischi viene presa per garanzia di sicurezza.
Tyrene Hayes, uno scienziato dell'Università della California a Berkeley, nel suo laboratorio ha esposto giovani rane a dosi molto basse di atrazina, il diserbante più diffuso; i maschi si sono trasformati in ermafroditi, un risultato che fa pensare che l'atrazina possa essere un distruttore endocrino. Syngenta, la multinazionale che è il principale produttore di atrazina, per prima cosa ha tentato di bloccare questo studio. Quando Hayes ha continuato con fondi propri, ha provato a offrirgli 2 milioni di dollari perché proseguisse le sue ricerche "in ambiente privato". Hayes ha declinato l'offerta e ha pubblicato il proprio lavoro negli Atti della National Academy of Sciences. Syngenta ha continuato ad attaccare quello studio e a fare di tutto perché non divenisse lo strumento di politiche utili alla protezione della salute pubblica e dell'ambiente.
Arpard Pusztai era riconosciuto come la più grande autorità' mondiale nel campo delle lectine quando lavorava al Rowett Institute di Aberdeen, in Scozia. Pusztai fu incaricato dal governo britannico di condurre una ricerca per valutare gli effetti sulla salute prodotti dalle patate geneticamente modificate. Ciò che fece fu dare da mangiare le patate transgeniche ai ratti. Ciò che trovò fu che i ratti manifestavano danni a molti tessuti e al sistema immunitario. Dopo che, con il consenso del suo istituto, ebbe reso pubblici i risultati della sua ricerca, Pusztai venne licenziato e una vasta campagna fu orchestrata per screditare il suo lavoro, campagna che vide tra i suoi protagonisti le più alte autorità dello stato. La sua casa fu svaligiata, i suoi dati e gli appunti rubati. In seguito, i risultati delle sue ricerche furono pubblicati sulla rivista Lancet.
In un altro istituto di fama mondiale, la Cornell University, John Losey ha studiato gli effetti che il mais Bt, ottenuto con l'ingegneria genetica, può avere su specie non-target. Ha alimentato larve della farfalla monarca con foglie di una comune erba di campo cosparse di polline del mais Bt. Moltissime delle larve che avevano mangiato le foglie col polline Bt sono morte, mentre le larve del gruppo di controllo nutrite con foglie spolverate di polline non geneticamente modificato sono sopravvissute tutte. Questo studio innocente ha scatenato la furia della Monsanto e della Novartis, che continuano a ripetere che le loro colture Bt, appositamente ingegnerizzate per uccidere parassiti come il "bollworm" del cotone e la piralide del mais, non hanno alcun effetto sulle specie non-target.
Uno scienziato dell'Università della California a Berkeley, Ignacio Chapela, ha scoperto che il polline del mais geneticamente modificato ha inquinato le varietà naturali che crescono in Messico, il centro mondiale della biodiversità del mais; lo studio di Chapela è apparso sulla rivista Nature nel novembre del 2001. Quel lavoro avrebbe dovuto suonare come un grosso campanello d'allarme sul fatto che l'inquinamento portato dalle piante transgeniche può contaminare la biodiversità per sempre. E invece il Bivings Group, l'agenzia che cura le pubbliche relazioni per Monsanto, ha lanciato una poderosa campagna [utilizzando soprattutto Internet] attraverso esperti che si sono spacciati per scienziati usando nomi fittizi. Gli editori di Nature, non abituati a forme di pressione cosi' aggressive, hanno fatto qualcosa che non ha precedenti nei 133 anni di esistenza di questa rivista scientifica: hanno pubblicato una prudente lettera di parziale sconfessione del lavoro di Chapela. Le ripetute pressioni dei sostenitori del biotech hanno stroncato la carriera accademica di Chapela a Berkeley.
La strategia di manipolazione dei risultati scientifici e dei sistemi di regolamentazione messa in atto dalle multinazionali pone serie minacce all'indipendenza della scienza e alla salute pubblica.
Nel 2002 Monsanto è riuscita a manipolare le autorità indiane in modo da ottenere l'autorizzazione a seminare il proprio cotone GM. Questo cotone si è rivelato un fallimento. Più di 12 ricerche indipendenti, compresi gli studi governativi, hanno dimostrato che, al posto delle 3 tonnellate per ettaro promesse, il cotone GM ha reso soltanto 400 kg per ettaro. I coltivatori, anziché veder aumentare il proprio reddito di 20000 rupie per ettaro, hanno perso 12800 rupie per ettaro.
Questi studi sono stati ignorati. Ed invece Martin Qaim dell'università' di Bonn e David Ziberman dell'Università della California a Berkeley, senza aver mai neppure visto i campi degli agricoltori indiani nella stagione di questi raccolti, hanno pubblicato su Science un articolo in cui dicono che l'esperienza del cotone Bt fatta dall'India è stata positiva e che il rendimento è aumentato dell'80%. Qaim e Ziberman hanno utilizzato dati forniti loro da Monsanto-Mahyco, non hanno mai condotto una propria valutazione indipendente. In Kenia la Monsanto si è servita di Florence Wanbugo per proclamare i supposti miracoli dell'ingegneria genetica della patata dolce. Oggi la falsità di questi pretesi successi è un fatto provato. La scienza si sta riducendo a un cumulo di informazioni "delle multinazionali, dalle multinazionali, per le multinazionali". Senza libertà e indipendenza non c'è scienza, ci sono soltanto abili strategie di comunicazione e propaganda.
Desidero esprimere la più profonda stima ai molti amici coraggiosi che hanno pagato di persona l'essersi battuti in difesa della sicurezza e della libertà di noi tutti. Desidero ringraziare Jeffrey Smith per questo libro coraggioso.
Sono molto lieta di presentare al pubblico italiano questo libro che, sono convinta, avrà un ruolo fondamentale nel favorire la transizione dai "semi dell'inganno" ai "semi della libertà", libertà per gli agricoltori, libertà per i consumatori, libertà per gli scienziati e libertà per tutte le specie viventi.