Il romanzo femminile di Camilla Moro
Camilla Moro nasce a Gallarate nell'agosto del 1953. Conseguita la maturità, si iscrive alla facoltà di Lettere Moderne della Statale di Milano, università in piena rivolta (siamo in pieno Sessantotto). A 22 anni si laurea con una tesi in Storia della critica d'arte dal titolo "Luigi Archinti, critico d'arte d'attualità".
Trasferitasi a Milano, sente pressante l'esigenza di partecipare al movimento di liberazione della donna. Sceglie così di collaborare come giornalista free lance con il settimanale "Amica" occupandosi di problematiche legate alla donna e alla coppia nella rubrica "Amica per due", curata da Anna Del Bo Boffino. Le vengono affidate inchieste sul lavoro femminile, la salute, la maternità, le relazioni affettive e sociali.
Non soddisfatta delle risposte che il femminismo riesce a dare ai temi che più le stanno a cuore, i sentimenti, la natura intima della donna e dell'uomo, si sottopone alla prima esperienza analitica con un terapeuta lacaniano, dando inizio così al viaggio nel mondo della psicanalisi, che la porta, nel 1980, a iscriversi alla Scuola Superiore di Formazione in Psicoterapia di Cremona, dove si diploma con una tesi dal titolo "Gabriella, un caso di nevrosi ansioso-depressiva trattato con l'Analisi Immaginativa". Lascia dunque il giornalismo ed esercita come psicoterapeuta presso il Centro Studi Coppia di Milano, dove resterà per dieci anni.
E' del 1995 il suo primo romanzo, Il filo – brevi telefonate tra una madre e una figlia, che mettono a confronto le due donne dal punto di vista emozionale – e del 1998 Rito di iniziazione, romanzo che scava nelle angosce esistenziali di due amanti e indaga sul rapporto fra erotismo e gioco della seduzione.
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