
Fred Wander, all'anagrafe Fritz Rosenblatt, nasce in Austria nel 1917, da genitori ebrei, fu costretto ad emigrare in Francia nel 1938, dopo l'annessione austriaca alla Germania antisemita.
Il nuovo stato tuttavia non riuscì a proteggerlo dalle incursioni naziste, e Fred Wander, come milioni di ebrei, subì la deportazione in diversi campi di concentramento: Auschwitz e Buchenwald. Come per molti sopravvissuti all'olocausto, i ricordi di quegli anni, fissati indelebilmente nella memoria, sono terribili, ma non possono e non devono essere dimenticati. Il mondo ha bisogno di ricordarli, per evitare che possa accadere in futuro ciò che accadde nell'Europa di quegli anni.
Cambiò il suo nome da Fritz Rosenblatt e Fred Wander subito dopo la fine della guerra. Visse in Francia, poi in Austria fino alla fine degli anni Cinquanta, quando si trasferì nella Repubblica Democratica Tedesca e cominciò a scrivere, romanzi, saggi e opere teatrali. In Italia, il suo primo romanzo, Il settimo pozzo (Einaudi, 2007), è stato pubblicato dopo la sua morte, avvenuta nel 2006.
L'autore fu un uomo in fuga, fin dall'infanzia, visse infatti i primi anni della sua vita, fino all'adolescenza a Vienna, perché i genitori furono costretti a scappare dall'Ucraina per sottrarsi alla persecuzione e ai pogrom russi. Dopo Vienna venne la Francia, poi la Germania dell'Est, in cui si trasferì dopo la guerra per amore della sua compagna, Maxie. Dopo la morte della sua donna, avvenuta nel 1983, tornò a Vienna, dove continuò la sua professione di scrittore fino all'anno della sua morte.
La scelta del suo secondo nome si lega ineluttabilmente alla sua condizione di viaggiatore, e deportato: wanderer in tedesco significa viandante, e proprio questa condizione di viaggiatore errante caratterizzò tutta la vita dello scrittore.
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