
L’erba della tenera follia è il romanzo d’esordio di Massimo Bartalucci. Nato nel 1964 a Firenze l’autore lavora nel campo della moda come consulente d’immagine. Fin dall’adolescenza ha sempre amato scrivere. Ha scritto due raccolte di poesie.
Questo suo libro di esordio non ha una trama scelta a caso, bensì viaggia su un’onda portante. Bartalucci ha diretto associazioni no-profit ed è membro del “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani” che si occupa di denunciare gli abusi psichiatrici ai danni delle persone. Parlando del suo libro afferma che l’ha scritto per “diminuire l’approccio materialistico alle debolezze umane, quali le sofferenze etichettate come disturbi psichici”.
Secondo l’autore troppo spesso si viene catalogati ed etichettati se non ci si conforma a quello che i più ritengono “normalità”.
Ciò che Bartalucci narra sono episodi di cui ha avuto esperienza sia diretta che indiretta nel suo raccogliere le testimonianze di persone che sono state più o meno in contatto con il mondo delle case di cura e degli istituti, nonché dei medici che le frequentano e gestiscono.
Le ambientazioni sono veritiere dato che l’autore, per scrivere il romanzo e conferirgli la realtà necessaria, è andato a visitare case-famiglia per malati di mente e istituti. Alcuni personaggi sono più che mai trasposizioni della realtà a cui ha solamente cambiato il nome per rispetto e privacy.
Bartalucci sta già lavorando ad un nuovo romanzo un uomo che lotta con la sua ombra, alter ego di se stesso.
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