Scrittore toscano noto anche con lo pseudonimo di Neri Tanfucio, nato come anagramma in puro stile goliardico del proprio nome e cognome, tra fine '800 e i primi del '900 l'Italia fu "allagata" dalle sue poesie e dalle novelle che, nate quasi per caso, ebbero un grandissimo successo.
Scrisse di lui Edmondo De Amicis: “L'apparizione di questi sonetti a Firenze fu come lo scoppio di un fuoco d'artifizio. I primi giraron manoscritti ed eran tutti faceti; i seri vennero dopo. Qualcuno li leggeva nelle conversazioni, a mezza voce, in un canto, e la lettura era interrotta ogni momento da uno scroscio di risa … Sulle prime i suoi colleghi trovarono ridicolo che lui, ingegnere, fosse poeta. Tutt'a un tratto si invertirono le parti, e i Fiorentini risero. Perché lui, poeta, faceva l'ingegnere. In meno di tre mesi il nome di Fucini fu popolare.”
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