Il rapporto tra filosofia e politica è stato un nodo cruciale del xx secolo.
A partire dalla sua più originale tematizzazione, e cioè l’opera di Hannah Arendt, questo volume mette in discussione le modalità di comprensione totalizzanti della filosofia, e alla storia intesa come percorso lineare che riassorbe ogni trauma all’interno della catena degli eventi oppone le storie, ossia le narrazioni – reali e di finzione – che tentano una comprensione realmente politica, schierata, parziale e per questo, foucaultianamente, più oggettiva.
Una sorta di “decostruzione” che non intende certo criticare la filosofia in quanto tale, ma problematizzare la sua incontestata egemonia sull’ambito politico e far emergere il nuovo e l’imprevisto propri di quest’ultimo.
Con la sua critica all’astratta universalità dell’approccio filosofico alle questioni politiche, Hannah Arendt funge dunque in queste pagine da orizzonte di senso e di metodo al cui interno tentare un’elaborazione “narrativa” della politica che faccia i conti con la contingenza.
Per esemplificare questa modalità di comprensione “orizzontale” ed evidenziare la fragilità di ogni visione storica universalmente oggettiva, Olivia Guaraldo propone di sperimentare una lettura delle catastrofi novecentesche attraverso la lente di ingrandimento della letteratura, in particolare di due testi: Cuore di tenebra di Joseph Conrad e I sommersi e i salvati di Primo Levi.
Conclude il volume un approfondimento del rapporto tra narrazione e identità femminile, sempre a partire dalla posizione arendtiana.
Autore: Olivia Guaraldo
Editore: Meltemi
Pagine: 384