Il pittore Henri de Toulouse Lautrec, vittima dell’ennesima crisi d’alcolismo, viene raccolto semisvenuto per strada e trasportato in un bordello dove viene amorevolmente accolto dalla maitresse e dalle ragazze.Ma anche la polizia, un giovane giornalista e un medico sono a conoscenza dell’incidente.
Occorre evitare uno scandalo e impedire che il pittore finisca internato in un manicomio. Una deliziosa ragazzina dai capelli rossi parte per avvisare un cugino di Lautrec, che abita dall’altro capo di Parigi. Riuscirà la ragazzina nel suo intento?
Tratto dal libro:
"Il nano procedeva cautamente, puntando davanti a sé il bastone da passeggio, come se sperasse di tenere a distanza l'acciottolato. Ci voleva poco per inciamparsi, del resto: la ripida stradina di periferia scendeva a precipizio verso la place Blanche, e alzando gli occhi da terra ci si smarriva subito nel candore ovattato d'un cielo invernale, striato dal fumo dei camini. Poco sicuro delle proprie gambe, il nano cercava di tenersi accostato alle case, ma senza sfiorarle, per non sporcarsi; perché erano assai sudicie. Era domenica mattina, tutte le bottegucce della via erano sbarrate, e faceva un freddo maledetto, sicché in strada non c'era nessuno, nemmeno i bambini; se ne stavano tutti chiusi negli alloggetti sovraffollati e nei retrobottega umidi, a tossire con addosso le giacche smesse dei padri, e al collo le sciarpe di lana. Anche il nano portava la sciarpa, ma era di seta, e al cappotto di cammello era cucito un bavero di pelliccia come lì, in quella via, se ne vedevano di rado; di solito il freddo dava fastidio anche a lui, eccome!, ma s'era calcato bene in testa la bombetta, e aveva deciso di uscire lo stesso. E del resto aveva bevuto abbastanza per non accorgersene, del freddo; bastava avvicinarsi a due o tre passi per sentire come gli puzzava l'alito, e certe ragazze, che se ne intendevano, baciandolo in bocca avrebbero saputo dire quanti bicchierini di rum aveva già trangugiato, a quell'ora del mattino: non uno solo, e nemmeno due. E del più caro, anche; quanto a questo ci teneva, e rispondeva proprio così agli amici che lo sgridavano: no, non vi preoccupate, bere non mi fa male. Io bevo soltanto del migliore, cosa volete che sia? E infatti, di che cosa aveva mai paura, quelli: che un bel giorno, a forza di bere, finisse lungo disteso? Ma tanto era già vicinissimo a terra, no?
Autore: Alessandro Barbero
Editore: Mondadori
Pagine: 232