A dieci anni dalla morte del giudice siciliano il giornalista Francesco La Licata, che ebbe modo di conoscerlo e di diventargli amico, ripubblica la sua “Storia di Giovanni Falcone” (già uscita nel ’93) in edizione aggiornata ed ampliata.
Leggendo il libro si ricordano tante cose: soprattutto gli anni precedenti al barbaro omicidio che furono attraversati da attacchi duri e personali al magistrato palermitano da parte di molte persone e addetti ai lavori che poi, a sua scomparsa avvenuta, avrebbero iniziato un loro processo di beatificazione dell’avversario di un tempo.
La Licata ripercorre le fasi principali della vita di Falcone, descrivendo anche il suo carattere di gran lavoratore schivo, non amante delle passerelle, ma espertissimo di mafia e di criminalità organizzata a grandi livelli. La Licata racconta con partecipazione, stigmatizza l’inutile “retorica delle celebrazioni” e traccia anche un po’ il bilancio di quello che è successo in questi ultimi dieci anni, anche in termini di lotta alla mafia.
Il libro si conclude con un breve scritto di Giancarlo Caselli intitolato “L’eredità di Falcone” che va letto con molta attenzione. “Ci si può chiedere solo adesso, dopo dieci anni, – scrive La Licata – se la memoria di quella tragedia è stata conservata, se il contributo eccezionale del giudice siciliano sia stato onorato e fatto vivere, se quelle vittime – per dirla brutalmente – siano servite a qualcosa”. Rispondere a queste domande è meno difficile di quel che si crede, purtroppo, alla luce dell’andazzo del momento.
Autore: Francesco La Licata
Editore: Feltrinelli
Pagine: 199