La classica similitudine tra la vita e il gioco del tennis è alla base di Tennis Aut, Quattro Scambi tra Tennis e Autismo, che forse sarebbe più giusto definire un memoir. Proprio come nel corso di una partita di tennis, non si può far altro che prestare attenzione alle spaventose bordate da cui si rischia di essere colpiti. E però le palline non vanno solo schivate, ma devono essere anche respinte e rimandate, di rovescio o di diritto, dalla parte opposta della rete. L’ingresso dell’autismo viene paragonato a una pallina che non ha niente a che vedere con le altre, perché è di colore diverso e gira forte a tal punto che prenderla è davvero impossibile.
Andrea “Bubu” Melis fra le pagine di questo libro veste in maniera metaforica i panni di un esploratore e di un reporter, per poi spiegare quello che ha visto sui campi da tennis. Andrea, però, non pensa solo al tennis. È anche il papà di un bambino di dieci anni, Federico, che è autistico e che ha una routine sempre eguale a se stessa, ripetendo i soliti gesti, esattamente come fa un tennista. Federico sta in silenzio, per poi urlare quando non ci si aspetta che ciò avvenga. Quindi si chiude in sé stesso, assume tratti iracondi, si scatena. Insomma, è una pallina che scappa da ogni parte, di cui non si può intuire la traiettoria.
Andrea, che praticamente ha il tennis che gli scorre nel sangue, è letteralmente innamorato di questo sport. Dopo essere stato giocatore diventa anche maestro, ed è un po’ come se rivedesse sé stesso nei piccoli a cui insegna.
È una lettura davvero scorrevole e piacevole quella di Tennis Aut, un libro che si dimostra suggestivo e in grado di toccare le corde emotive più profonde. Il merito è anche delle tante osservazioni che Melis propone a proposito della relazione che c’è fra il tennis e l’autismo. Concetti che sono ancora più validi perché sono stati vissuti in prima persona da chi li ha riportati.
La prefazione di questo libro è opera di Tathiana Garbin, storica tennista della nazionale italiana in Coppa Davis e oggi allenatrice.
Autore: Andrea “Bubu” Melis
Editore: Europa Edizioni
Pagine: 198