Scrittrice visionaria e curiosa la Nothomb si trova a formulare, in presenza d’altri, in pieni anni novanta una sua teoria: “gli scienziati del futuro, che avranno modo di viaggiare nel passato, sono i responsabili dell’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo. Movente del misfatto: preservare, sotto cenere e lava, il più bell’esempio di città antica – meglio: il gioiello storico dell’ars vivendi”.
Dopo questa grave affermazione Amèlie si sottopone ad un intervento chirurgico con tanto di anestesia generale. Al risveglio, invece di essere in ospedale, si trova proiettata nel futuro (dall’8 maggio del ’95 è arrivata al 27 maggio del 2580), in una particolare basilica a fianco di un intelligentissimo uomo, per lei neo-contemporaneo. Qui comincia un dialogo tra i due irresistibile, vivace, ottimamente scritto, tra ipotesi storiche, Nord e Sud, estetica e quozienti intellettivi, ma anche infinito ed estenuante per “l’uomo dell’altro millennio” irritato dalle domande impertinenti della “antenata” con la quale non riesce a condividere assolutamente nulla… Come finirà? La scrittrice riuscirà a tornare nel suo tempo? Tutto da leggere questo argutissimo e singolare libro della Nothomb… va raccontato molto poco…
Autore: Amélie Nothomb
Editore: Voland
Pagine: 128