Quello della Sandron è un caso certamente singolare nel panorama dell’editoria italiana: nata come libreria a Palermo nel 1839, l’impresa ha rappresentato un centro di diffusione della cultura italiana ed europea più aggiornata, estendendo nel tempo il proprio raggio d’azione dalla Sicilia all’Italia intera e diversificando il proprio catalogo, che partendo dall’iniziale produzione didattico-divulgativa arriva ad acquisire una fisionomia generalista non dissimile da quella dei grandi gruppi editoriali odierni.
Lo spirito romantico e risorgimentale del fondatore Decio sopravvive, adattato ai tempi, nel figlio Remo che oltre a stampare libri scolastici per ogni grado di istruzione e riviste didattiche per l’aggiornamento degli insegnanti, nell’ultimo decennio dell’Ottocento si afferma come uno dei più importanti editori italiani di saggistica e di letteratura.
L’Autore richiama continuamente il contesto storico-culturale della politica editoriale di Remo Sandron, per meglio sottolinearne il tempismo e lo spirito pionieristico che lo inducono a varare intere collane di saggistica nel campo delle nuove scienze umane, come la sociologia, l’antropologia o la psicologia e a divulgare tra il pubblico italiano la conoscenza della filosofia e delle scienze esatte.
Non meno memorabile è la collaborazione con i giovani capiscuola del neoidealismo italiano, Giovanni Gentile e Benedetto Croce, di cui Remo Sandron pubblica nel 1902, in prima edizione, l’Estetica; contemporaneamente il catalogo letterario acquisisce titoli di Giovanni Pascoli, Marino Moretti, Luigi Capuana. Dopo la morte di Remo Sandron e il trasferimento della sede a Firenze nel 1943, la Casa torna a specializzarsi nell’originario settore didattico, impegnandosi inoltre in quello lessicografico.
Un capitolo di storia editoriale, e di storia della cultura italiana, di sicuro interesse e ben poco conosciuto che il saggio di Rodolfo Tommasi ricostruisce per la prima volta in tutta la sua vitale complessità..
Autore: Rodolfo Tommasi
Editore: Sandron
Pagine: 160