Il romanzo è una storia corale ambientata nella New York degli anni Settanta e si snoda attorno alle “Torri Gemelle”, ma non per la tragedia che le ha viste protagoniste in quel terribile undici settembre del 2001, bensì per un fatto molto diverso, avvenuto molti anni prima.
Nell’agosto 1974 l’acrobata Philippe Petit camminò fra le due torri in equilibrio su un cavo di acciaio. Ed è attorno a questo evento, di cui il funambolo è protagonista, che ruotano le vicende, se vogliamo anche le vite, dei personaggi, raccontate dall’autore.
Petit cammina nel vuoto a centodieci piani di altezza e le persone, tanti piani più sotto, incollate con i piedi ben saldi per terra, non possono far altro che alzare la testa e rimanere meravigliate da quest’uomo che sembra volare nell’aria.
Alcuni protagonisti
Voci e storie si intrecciano attorno all’uomo che cammina tra le nuvole.
Ci sono Claire che piange chiusa nel suo appartamento nell’Upper East Side la morte del figlio in Vietnam, per niente consolata dal lusso in cui vive e di contro la prostituta Tillie, trentotto anni, che nonostante il lavoro e la condizione di nonna, non si dà per vinta.
Non mancano le figure maschili. Troviamo Corrigan con le sue idee folli che pensa di aver trovato il Terzo Mondo nel Bronx, ma anche Gloria, discendente di schiavi.
Il filo d’acciaio
Questo filo è come se rappresentasse la vita, non solo per il funambolo che ci cammina, ma anche per tutte le persone metri e metri sotto di lui, quella vita che può essere straordinaria e bella, difficile e infelice.
La vita può essere indifesa e fragile, ma anche forte. In questo romanzo al centro di tutto c’è proprio la vita in tutte le sue forme, è uno spaccato pieno d’amore della città e del vivere quotidiano. Il ritratto di una città in “equilibrio” tra sogno e realtà, tra bellezza e tragedia.
Autore: Colum McCann
Editore: Rizzoli
Pagine: 456