Brautigan (morto purtroppo suicida nel 1984) fu negli anni ‘60 uno dei personaggi più apprezzati e seguiti di una certa contro-cultura che aveva al suo interno gente come Ferlinghetti, Ginsberg e Corso.
“Sognando Babilonia” è una delle sue opere migliori, incentrata com’è su questa figura di improbabile detective privato specializzato in “richieste di prestiti” a parenti e conoscenti ed assolutamente incapace di crearsi una clientela che gli permetta di sbarcare il lunario. Le cose non gli vanno bene cronicamente e quando gli si presenta finalmente l’occasione di un ottimo guadagno, l’operazione da portare a termine non è poi tanto semplice come sembra all’inizio… C.Card (questo il nome del “poliziotto privato”) non ha molti motivi per gioire della sua esistenza, ecco perché si crea una realtà parallela (tutto parte da una palla di baseball che da ragazzo va a colpire violentemente la sua testa…), Babilonia, dove, supportato costantemente da una stupenda, sensualissima segretaria, svolge funzioni direttive, è famoso ed apprezzato da tutti, non ha certo problemi di soldi né di prospettive.
“Babilonia” rappresenta per lui “la vita che vorrebbe”, ma può anche diventare pericolosa quando gli fa perdere il controllo di se stesso, lo rende assente, perso in un suo mondo. Lo sforzo continuo è quindi quello di non pensare a Babilonia, altrimenti vivere nel presente diventa praticamente impossibile. Scritto con maestria impagabile da Brautigan “Sognando Babilonia” (tradotto in italiano da Piero Grossi) è pieno di ironia cinica, di geniale senso del paradosso ed è purtuttavia un noir nel vero senso della parola con tanto di “azione”, indagini, polizia e “sfortuna record” del personaggio principale. Lettura agile e coinvolgente. Da non perdere.
Autore: Richard Brautigan
Editore: Marcos Y Marcos
Pagine: 256