Fardà

Un libro di viaggio che racconta una lunga spedizione in Afghanistan alla metà degli anni Venti del Novecento, nel cuore di un paese le cui frontiere erano rimaste fino allora chiuse a viaggiatori e giornalisti stranieri.

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Editore: Sandron
Codice EAN: Pagine: II-240Anno di pubblicazione: Libri 2011

Un libro di viaggio che racconta una lunga spedizione in Afghanistan alla metà degli anni Venti del Novecento, nel cuore di un paese le cui frontiere erano rimaste fino allora chiuse a viaggiatori e giornalisti stranieri.

L’Autore di questo libro, un giovane ingegnere civile, percorse in lungo e in largo il remoto Afghanistan al seguito di una missione concordata fra il governo italiano e quello dell’emiro afghano Amanullah: una sorta di despota illuminato e riformatore, che varò nel 1923 un ambizioso piano di modernizzazione dell’arcaico paese, destinato a fallire nel giro di pochi anni per la irriducibile resistenza delle forze più tradizionaliste e del radicalismo islamico. Pecorella annota con diligenza esperienze ed incontri, componendo una “tavolozza” di osservazioni geografiche, etnografiche e di costume che restituiscono l’immagine di un mondo ancestrale, come fuori dal tempo. Fardà, che significa domani, è la parola emblematica di tutto un universo morale: «Fardà è l’unico rimedio contro la gravità delle cure di Stato, la sicurezza di prendere le giuste decisioni, allora quando altri elementi di giudizio saranno sopraggiunti; fardà è il monito continuo alla calma, alla ponderazione, alla transitorietà della vita umana; fardà farmaco sovrano contro la nevrastenia, la preoccupazione e la precipitazione delle decisioni».

Grazie a questa ristampa è nuovamente disponibile un raro documento su un momento cruciale della storia afghana del Novecento e sull’identità profonda di un paese all’epoca completamente isolato dal mondo esterno.

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