Questo profilo biografico di Mario Rapisardi, il malinconico «poeta dell’uman genio», è essenzialmente un ritratto della sua personalità scritto con il dichiarato scopo di riscattarla dalle accuse e dai pregiudizi che si accompagnavano alla sua fama. Scritto fra il 1908 e il 1912 e pubblicato nell’anno della sua morte, viene ora riproposto in una nuova edizione commentata.
De Gubernatis, che conosceva intimamente il Rapisardi fino dai tempi della comune giovinezza, non entra di proposito nella descrizione dettagliata degli accadimenti della sua vita, che d’altronde si era svolta tutta nello studio, nella creazione artistica e nell’insegnamento. Il libretto comincia con una nota dell’ultima compagna del Rapisardi, Amelia Sabernich, che gli era stata accanto dal 1885 fino alla morte; seguono pagine dello stesso Rapisardi sulla propria formazione intellettuale e letteraria. L’Autore tratteggia poi la carriera accademica e il metodo di insegnamento del Rapisardi, accennando appena alla celebre polemica con il Carducci; delinea infine la sua opera poetica e la sua fortuna letteraria in Italia e all’estero.
Mario Rapisardi è oggi un poeta quasi dimenticato, ma nel secondo Ottocento le sue opere – come ad esempio Lucifero, La palingenesi e Giobbe – conobbero una vasta fama e gli valsero riconoscimenti importanti in tutta Europa. Il libro di De Gubernatis consente quindi di riscoprire una figura di letterato sicuramente interessante e rappresentativa della cultura del suo tempo.