Uno nessuno centomila, l’ultimo romanzo di Pirandello, analizza, tramite la figura del protagonista Vitangelo Moscarda, l'angoscia nel prendere coscienza che ciò che gli altri vedono e percepiscono di lui non corrisponde all’idea che Vitangelo ha di se stesso, scoprendosi in questo modo estraneo alla costruzione fatta dalle persone che lo circondano, differente in base alle situazioni che lui stesso vive.
Vitangelo parte alla ricerca del vero se stesso, e di questo “io” sotterraneo solo per tratti e per lampi ne avrà coscienza, tratti e lampi però troppo fugaci per costituire una realtà. Dopo una profonda crisi, Vitangelo perverrà alla conclusione che la sua unica esistenza è quella al di fuori di sé, che egli esiste solo nel breve rapporto con gli altri e che, finito questo rapporto, egli in sé è nessuno.
La versione teatrale di Gianluca Famulari ha colto alcuni dei punti nodali sottesi al pensiero pirandelliano, che peraltro si articola lungo pagine già vocate alla scena. Su quella scena invisibile Gianluca ha portato le maschere ambigue, grottesche e stridenti dell’estraneità e del mancato riconoscimento di sé che circondano il protagonista, spingendoloa quelle «prove» assurde davanti allo specchio.
“Trasformare un romanzo di tale complessità in un testo teatrale è impresa da incoscienti o da persone talmente attratte dalla forza persuasiva del testo da desiderare assorbirlo intimamente facendolo in qualche modo proprio” (così Paola Daniela Giovanelli, Professore ordinario di Letteratura italiana e Letteratura Teatrale italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna).
Autore: Gianluca Famulari
Editore: Yorick Editore
Pagine: 76