Una scuola canadese cattolica. Il suicidio di un adolescente omosessuale, fragile e incompreso. Un "butterfly effect" che risucchia in un vortice di eventi vittime e aguzzini, accomunando giovani e adulti in una condizione di miseria esistenziale e pavidi sentimenti.
I fili della trama di Monoceros, quarto romanzo della scrittrice canadese Suzette Mayr, si intrecciano sino a comporre un mosaico degno di questi tempi: l'omosessualità come identità esistenziale socialmente accettata fatica ad emergere anche negli anni Duemila, e non è raro imbattersi in situazioni come quella del preside Max e del consulente scolastico Walter, compagni clandestini di vita da circa vent'anni.
La scritta "6 un frocio" che tinge di rosso un armadietto, feci di cane congelate lanciate addosso, lo skateboard che finisce violentemente nelle acque del fiume gelato, sono barbarità da bulletto della scuola, da ragazzina incapace di accettare che il proprio fidanzatino sia innamorato di un altro ragazzo e più in generale da adolescenti che, nel pieno del vortice di esplorazione del mondo e in balìa di tempeste ormonali, dovrebbero accogliere con entusiasmo il diverso anziché sabotarne con meschinità ogni timida manifestazione.
Il mondo di Monoceros affronta con spigolosa verosimiglianza e cinica ironia il sottobosco sociale di oggi, inserendosi in un quadro reale che suona come uno schiaffo e che richiederebbe maggiore attenzione, come testimoniano i recenti casi di cronaca così tragicamente simili alla vicenda del protagonista Patrick Furey.
Il giovane suicida sopravvive nelle conseguenze del suo gesto inconsulto, burattinaio inconsapevole di fantocci più o meno vivi, che a volte pensano, a volte piangono, a volte se ne fregano, a volte guardano il cielo in cerca di unicorni, altre volte divorano cibo etiope fino a stare male, altre volte infine indossano la loro maschera più rassicurante o la più bella parrucca da drag queen per mostrarsi al mondo.
Inconfondibile lo stile letterario dell'autrice, urticante, ricco di slang e per nulla sentimentalista, a volte un po' forzato nell'ostentazione della crudezza come tratto distintivo e provocatorio, ma di sicuro effetto sul lettore, che in queste pagine riesce sempre a ritrovare elementi di sé e dell' "altro da sé" di cui è circondato.
Autore: Suzette Mayr
Editore: Miraviglia Editore
Pagine: 331