Il dramma dei rifiuti napoletani visto attraverso lo sguardo di un giovane aquilano, una delle tante vittime morali del terremoto del 6 aprile 2009.
Un racconto di cronaca dedicato "a chi difende la propria dignità", ma anche a chi riesce a guardare oltre il recinto virtuale del proprio territorio per calarsi nei problemi di qualcun altro, nelle ingiustizie che, altre vittime della macchina degli orrori della seconda Repubblica Italiana, hanno subito in questi anni.
"Quello che accade fuori dal mio orticello mi interessa, deve interessarmi. Il dolore è dolore e devo farmene carico", anche se non è il mio.
Con queste parole lo scrittore Gianni Biondillo introduce "Lacrime di poveri Christi. Terzigno: cronache dal fondo del Vesuvio", prima opera letteraria di Alessandro Gioia, in arte Chiappanuvoli, cogliendo appieno il senso di questa testimonianza diretta, priva di secondi fini, nata per smascherare con spirito solidale uno scempio tutto italiano. L'ennesimo.
L'Aquila e Terzigno non sono poi così diverse tra loro: entrambe sono state svuotate della propria dignità, sventrate da eventi catastrofici che, pur essendo di origine naturale nel caso della città abruzzese, hanno avuto un effetto distruttivo amplificato dall'incapacità gestionale di chi doveva prevenire le emergenze, assicurare l'incolumità della popolazione, evitare che morissero tanti innocenti sotto le macerie dei palazzi o avvelenati da rifiuti tossici.
Con un linguaggio semplice, privo di inutili orpelli e dal potere immaginifico, Alessandro si butta a capofitto all'interno del castello di carte costruito ad hoc dai media e dai burattinai che troppo spesso li manovrano, svelando la miseria di falsi miti e false certezze.
Un racconto da leggere con il fiato sospeso, impreziosito dallo splendido reportage fotografico di Janos, che mostra con gli occhi in fiamme di chi c'era la frutta deforme, le Mamme Vulcaniche, i cortei di cittadini in rivolta, i camion dell'orrore, le colonne di rifiuti e lo slogan più rappresentativo della realtà napoletana, scritto a caratteri cubitali su un vessillo tricolore: "Abbiamo la stessa bandiera, ma non siamo trattati come italiani".
Autore: Alessandro Chiappanuvoli
Editore: Arkhé Edizioni
Pagine: 154