I propositi di questo libro erano di passare al setaccio i segreti dell'arte del costruire fra le Alpi, fra architetture spesso costruite in luoghi ritenuti inviolabili.
Invece, durante il viaggio intrapreso e le ricerche compiute, l'arte del costruire si è dimostrata supinamente servile di fronte ai capricci di un principe, di un vescovo, di un abate, di un condottiero, del potere, della vanagloria, della violenza, dell'ingordigia, della superbia, ecc. ecc., oppure ammantata dal vello della leggenda.
Come scriveva Marguerite Yourcenar, in Sous bénéfice d'inventaire (1962), "la visita alle vecchie dimore può condurre a punti di vista inaspettati"; così è accaduto indagando fra le architetture alpine che hanno raccontato complesse vicende, guerre, epidemie, congiure, intrighi e morti sospette. Rincorrendo le declinazioni di una tecnica spesso sfuggita di mano a chi ne avrebbe dovuto tenere le redini, ne è risultato un disordinato racconto.
Non sempre sono "storie a lieto fine", anzi nella maggior parte dei casi si tratta di fosche vicende in scenografie eccellenti. Il lettore consideri, perciò, questo libro il resoconto di un'esplorazione fra le storie celate dalle architetture alpine o, come affermava Aldous Huxley, "un'escursione attraverso la storia del pensiero", ciò che è ogni viaggio.
Cos'altro dire? Nulla poiché un viaggio non è mai risolutivo.
José Saramago, infatti, nelle note conclusive del suo Viagem a Portugal (1990), scriveva che "il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione."
Autore: Umberto Barbisan
Editore: Il Brennero-Der Brenner
Pagine: 256