Chi è Vittorio, l’inafferrabile protagonista di un romanzo che inizia ai tempi del primo governo Berlusconi e si conclude nell’atmosfera irreale del post-11 settembre? Frequenta i centri sociali? È uno studente modello? Un fan dei Pearl Jam? Un edonista in vacanza a Sharm el Sheik? Un cattolico integralista? E soprattutto: è innamorato della bella e disinibita Claudia o di Marta, chiusa, impacciata e rosa dalla frustrazione?
Vittorio riesce a essere tutte queste cose insieme, attraversando adolescenza e giovinezza all’insegna di un camaleontismo luciferino e superando, praticamente indenne, il periodo del grunge e quello del pop patinato, la vittoria elettorale della sinistra e il ritorno di Berlusconi, il Giubileo del 2000 e il momento d’oro della bolla speculativa, il crollo del Nasdaq e quello delle due torri. Come molti, tra i suoi referenti più anziani (la storia recente del nostro Paese ne è piena) ha un talento formidabile per il trasformismo. Ma a differenza di loro questa vocazione al trasformismo non nasce dal bisogno di rimanere a galla: è diventata una sorta di elemento genetico e quindi più profondo, inespugnabile, insondabile agli altri e a se stessi. Il caso Vittorio è il primo romanzo di Francesco Pacifico, un giovanissimo scrittore che è riuscito a raccontare – con un linguaggio piano, scorrevole, puntuale – quella Wasteland postmoderna che è l’Italia dell’ultimo decennio.
Autore: Francesco Pacifico
Editore: Minimum Fax
Pagine: 349