«Non so da quanto tempo sono qui. Da molto tempo. Non so dove si trova questo posto. Lontano, da qualche parte. Non so perché sono qui. Perché ho fatto qualcosa di male. Non so quanto dovrò restare qui. Per molto tempo.»
Con queste parole il signor Orr esprime lo stato della propria attuale esistenza. Già, esistenza. Ma quale? Quella che si spalanca come un abisso dopo l’urto spaventoso dell’auto contro un grande ponte rosso? Quella che vivono uomini e donne nella gigantesca struttura del ponte? Governato da misteriose e invisibili autorità, il ponte di ferro forma una grande ruota cava che compie un cerchio completo intorno al fiume: una città che fa pensare al passato, in cui la gente si accalca, cammina, circola in bicicletta, sui treni, e il cielo è solcato da aerei provenienti dal Regno e diretti alla Città con rombi inquietanti.
Orr ci è arrivato perché ripescato dal mare, soffre di amnesia, vuole ritrovare i suoi ricordi smarriti. Il medico che gli è stato assegnato, il dottor Joyce, crede nella terapia onirica: ed ecco emergere sogni ricorrenti di una vita vissuta sulla terraferma, frammenti di una discesa agli inferi, violenta e insensata, in una lingua dal suono barbaro. Il ponte stesso potrebbe essere un sogno, fatto di sogni dentro sogni; ma non esiste possibilità di conoscerne la storia: libri, giornali, filmati, tutto è andato perduto. Eppure sul ponte esiste qualcosa che somiglia all’amicizia e all’amore… Con magistrale estro visionario e controllo assoluto della scrittura, Iain Banks compone un’odissea claustrofobica di rara potenza allucinatoria e di straordinaria tensione.
Il brano: "In trappola. Fracassato. Un peso opprimente che schiaccia dappertutto. Incastrato nel rottame (bisogna diventare tutt'uno con la macchina). Vi prego, niente fuoco. Niente fuoco. Merda. Fa male. Maledetto ponte. Tutta colpa sua (sì, stramaledetto e rosso come il sangue:vedo il ponte, vedo il tipo al volante, vedo il tipo che non vede l'altra macchina, vedo il grande URTO, vedo il tipo che si rompe l'osso del collo, ricoperto di sangue. Sangue dello stesso rosso del ponte. Oh sì tutta colpa sua. Bastardo). Vi prego, niente fuoco. Rosso sangue. Sangue rosso. Vedo l'uomo che sanguina, la macchina che sgocciola. Radiatore rosso, rosso sangue, sangue come benzina rossa. La pompa funziona ancora – merda, dico, merda se fa male – la pompa funziona ancora ma il liquidi cola dappertutto. Forse qualcuno mi verrà addosso da dietro e mi darà quel che mi merito, ma almeno niente fuoco, non ancora."
Autore: Iain Banks
Editore: Guanda
Pagine: 318