"Ma come si possono adorare il legno e la pietra?" si chiedevano i missionari cristiani – e alcuni etnologi – di fronte al mistero delle religioni africane. Quale sia il senso del feticismo, cosa significhi (e implichi) attribuire forza vitale e autorità sacra a quelli che a noi appaiono solo degli oggetti ce lo spiega Marc Augé in queste pagine, mostrandoci come nel "feticcio" trovi in realtà espressione un'affascinante concezione del rapporto tra cose e persone.
Tra materia e vita, tra uomini e divinità, tra morti e viventi, sostiene un sacerdote del Benin, non c'è soluzione di continuità, come non c'è tra un individuo e un altro.
Il feticismo, quindi, come chiave paradossalmente attuale per comprendere non solo un sistema di pensiero apparentemente molto lontano dal nostro, ma per intuire anche molte questioni al centro della riflessione post-moderna delle scienze umane: la crisi del soggetto, la frammentazione dei confini tra categorie e relazioni.
Nella postfazione Nicola Gasbarro – che ha tradotto e curato il volume – ricostruisce il quadro teorico della riflessione di Augé, tracciando le coordinate dell’incrocio inevitabile tra antropologia e storia delle religioni.
Autore: Marc Augé
Editore: Meltemi
Pagine: 192