Zetafobia 2: La città morta: torna Gualtiero Ferrari e arriva il secondo libro della sua trilogia horror ambientata nello scenario, tutto italiano, della provincia torinese.
Gualtiero Ferrari è nato a Torino nel 1970. Afferma di essere uno scrittore vagabondo e, in effetti, prima per studio e poi per lavoro, ha vissuto per alcuni periodi all’estero.
Questa definizione, però, può essere anche legata al fatto che solo da adulto ha iniziato a scrivere e a pubblicare narrativa, visto che la sua formazione e il suo lavoro sono di tipo tecnico. Nonostante questo, il suo primo romanzo, Zetafobia, finalista al Premio Letterario Odissea, è stato un esordio importante e di grande successo tra le proposte di letteratura di genere horror.
Zetafobia
Protagonista principale di Zetafobia è Domenico. L’uomo abita in un borgo in collina nella provincia torinese insieme con sua moglie Lucrezia e il loro figlio Sebastiano, che all’inizio degli eventi ha undici anni. Il suo quotidiano è diviso tra il lavoro di chimico specializzato nello stampaggio dei metalli e il tempo dedicato alla famiglia.
Oltre questo, però, va detto che Domenico ha un pensiero fisso legato alla sopravvivenza e che lo porta a decidere di voler diventare completamente autosufficiente. Inizia, così, a fare scorta di provviste e non solo.
Questa sua condizione, vista dall’esterno, sembra solo una sorta di paranoia o una preoccupazione esagerata, ma non è così: diventa, infatti, un importante punto a suo favore, visto che gli permetterà di affrontare quello che sta per accadere e che cambierà le cose nel mondo intero.
La normalità del quotidiano di tutti viene, infatti, turbata in modo irreversibile da qualcosa di terribile: una pandemia che colpisce l’interno globo e che è dovuta ad una mutazione del virus dell’aviaria .
Il virus inizialmente non viene riconosciuto come preoccupante, ma ben presto si è costretti a rendersi conto della sua pericolosità: non solo, infatti, sale sempre più il numero delle vittime, ma il virus è in grado di trasformare in zombie ogni essere umano che, dopo essere stato infettato, sia deceduto.
Ha inizio l’apocalisse zombie e Domenico, nello scenario della sua provincia torinese, da semplice impiegato e classico padre di famiglia, si trasforma in un guerriero e diventa sempre più abile nell’affrontare quella che è una vera e propria guerra di sopravvivenza.
Zetafobia 2: La città morta
Gli avvenimenti di Zetafobia 2: La città morta hanno inizio quasi sei anni dopo quelli narrati nel primo libro, da quando è cominciata la guerra contro gli zombie.
Domenico è ancora alle prese con il suo incubo ricorrente (quello che faceva già da prima dell’apocalisse zombie) e con lui ci sono sempre sua moglie Lucrezia e il loro figlio, Sebastiano, ormai adolescente.
In questi anni hanno lottato in modo feroce per restare vivi: il pericolo zombie è sempre in agguato e devono continuare a resistere con coraggio e tenacia. E’ una condizione di sopravvivenza legata anche alla loro capacità di isolamento, oltre che all’abilità di combattere e di usare le armi di Domenico, diventata ormai il suo tratto distintivo.
E’ questo lo scenario, già molto complicato e difficile, in cui sta per accadere qualcosa di nuovo e di particolarmente strano.
La trama di Zetafobia 2: La città morta si mette in moto il giorno in cui Sebastiano si allontana da casa attirato dal suono ininterrotto di un clacson e viene seguito, poi, da Domenico, preoccupato per lui, che si mette alla sua ricerca.
Il suono del clacson arriva da un’automobile che ha avuto un incidente e che si trova a pochi chilometri dalla loro abitazione. La persona al suo interno è svenuta e ha la testa poggiata sul volante e sul clacson.
Il pensiero di Domenico è tutto concentrato su quel suono che deve essere assolutamente interrotto, visto che c’è il rischio concretissimo di attirare una bella quantità di zombie puzzolenti e che, tra l’altro, arriverebbero così a poca distanza dalla loro casa.
Si mette così in azione per liberare dalla cintura la persona nell’automobile e scopre che è una donna incinta e non solo: ha rotto le acque e sta, quindi, per partorire.
Gli eventi precipitano in un attimo tra il bambino che sta per nascere e che Domenico deve aiutare a venire al mondo e gli zombie che hanno ormai fiutato il sangue e sono vicinissimi. Nonostante la gravità della situazione, non è questa, però, la cosa più assurda che sta per accadere.
La donna (che dopo aver ripreso conoscenza ha detto di chiamarsi Sonia) partorisce e subito dopo prende dalla sua borsa un flacone che contiene del liquido trasparente, delle provette e delle forbici chirurgiche con cui inizia a tagliare il cordone ombelicale in tre parti.
Dopo avere sistemato ognuna delle tre parti in altrettante provette con il liquido trasparente dentro, sotto lo sguardo sconvolto di Domenico, prende la pistola che era nell’automobile e prima uccide il bambino con due colpi in testa, poi si suicida.
Per Domenico quanto accaduto ha lo stesso sapore di un incubo, ma anche di un mistero da risolvere: perché la donna ha protetto nelle tre provette il cordone ombelicale tagliato e perché prima di uccidere sé stessa e il neonato, gli ha detto di consegnarle al distretto militare della città morta e cioè Torino?
Autore: Gualtiero Ferrari
Editore: Delos Digital
Pagine: 304