Amato da un realista come Raymond Carver (che in una recensione dichiara: "Donald Barthelme era il nostro eroe, ragazzi!") e ispiratore delle nuove leve della letteratura postmoderna (scrittori come Aimee Bender, Donald Antrim e David Foster Wallace lo riconoscono fra i loro maestri), Donald Barthelme è stato uno dei grandi innovatori della narrativa americana del dopoguerra.
Nel 1964 irrompeva per la prima volta sulla scena letteraria con questa raccolta di racconti: fulminanti collage narrativi che miscelano in maniera geniale immaginario pop e cultura alta, ambientazioni borghesi e invenzioni fantastiche. Quasi un nuovo genere di dadaismo, che dietro il caos apparente e la virtuosistica giustapposizione di immagini disegna in realtà un quadro precisissimo – e crudele – della condizione della civiltà contemporanea.
Dopo la guerra e i bombardamenti, Hatfork, nel Wyoming, è devastata dalla fame e popolata di mutanti; Chaos vive nella cabina di proiezione del multisala abbandonato, cercando di dimenticare il presente e incapace di ricordare il passato, ossessionato dalla sua capacità di influenzare la realtà con i sogni. Quando il tiranno locale, Kellogg, gli rivela che le bombe non snon mai cadute, Chaos si imbarca in un rocambolesco viaggio – in compagnia di Melinda, una ventenne stralunata e ricoperta di pelo – – alla scoperta della verità; la troverà, in molte diverse versioni, nella California più postapocalittica e psichedelica che un romanzo americano ci abbia mai regalato. Immaginate Jack Kerouac, Lewis Carroll, Franz Kafka e Philip K. Dick magistralmente miscelati per raccontare una classica, commovente, storia di ricerca delle origini e della propria identità.
Autore: Donald Barthelme
Editore: Minimum Fax
Pagine: 202