“Il testimone”: il giudice Mario Almerighi (scomparso a marzo 2017) ripropone gli avvenimenti che hanno dipinto molta parte della storia italiana degli ultimi quaranta anni, quegli intrecci tra mafia e politica e tutto quello di cui lui stesso è stato diretto testimone
Il nome di Mario Almerighi è quello di un uomo di legge: è stato un giudice e un magistrato dedito alla propria vocazione e al proprio lavoro in modo tale da meritarsi il soprannome de “il pretore d'assalto”.
Tra le sue indagini va ricordata quella sulla morte del banchiere Roberto Calvi, riguardo cui ebbe subito chiara l'evidenza che si trattasse di un omicidio e non di un suicidio, come, invece, si voleva far pensare. Il nome di Almerighi si lega, inoltre, a quello di Giovanni Falcone, sia per la loro amicizia, sia perché entrambi hanno partecipato alla fondazione del Movimento per la Giustizia.
Il magistrato Montalto
Gli avvenimenti narrati in questo libro hanno un inizio ben preciso e che fa riferimento agli anni Settanta: siamo in Sicilia e il magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto è occupato a svolgere le sue indagini sull'attività mafiosa nella provincia di Trapani, concentrandosi in particolare su uno dei clan della zona, quello dei Minore.
Il lavoro portato avanti da Montalto gli costa, però, la sua stessa vita. Il magistrato, infatti, venne minacciato, ma, nonostante questo, si trovò praticamente isolato, senza alcun aiuto da parte dello Stato, senza la possibilità di avere una scorta e un'automobile blindata e venne ucciso a Valderice nel 1983.
Fu da questo episodio, gravissimo e vergognoso, che ebbe inizio tutto quel “percorso” nel quale mafia, politica, interessi di vario genere ebbero modo di incrociarsi in maniera sempre più evidente e pericolosa.
“Memorie di un magistrato in prima linea”
Il sottotitolo del libro di Almerighi ne sintetizza in modo efficace, immediato e veloce il contenuto: fu, infatti, testimone di quello che accadde in quegli anni e in quelli a seguire, quando l'azione dell'antimafia fu intensa e produttiva.
E' quello stesso periodo che vedrà lo svolgersi dal famoso “maxi-processo” che vede protagonisti altri due grandissimi magistrati uccisi della mafia, Falcone e Borsellino.
Quelli narrati in queste pagine, quindi, sono proprio gli avvenimenti che hanno condizionato e caratterizzato la storia del nostro Paese e che Almerighi ripercorre non soltanto come “addetto ai lavori”, ma anche e soprattutto come testimone, come magistrato impegnato in modo diretto e appassionato, in prima linea: una condizione, potremmo dire, privilegiata che gli ha permesso di portare alla conoscenza di chi legge non soltanto la descrizione di quanto avvenne, ma anche la sua personale versione su molti di quei fatti…
Autore: Mario Almerighi
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 245