Intenso, appassionante, travolgente. I leoni di Sicilia è un interessante spaccato di una Palermo del ‘700, visto con gli occhi di una famiglia di spicco dell’epoca, parte integrante di una storia raccontata con estremo dinamismo e contemporaneità.
Stefania Auci, trapanese di nascita e palermitana d’adozione è una scrittrice e insegnante di sostegno. Dopo il celebre Florence (Baldini + Castoldi, 2015) e La cattiva scuola (Tlön, 2017) scritto a quattro mani con l’amica e collega Francesca Maccani, nel 2019 pubblica per Nord I leoni di Sicilia, frutto di numerose ricerche che l’hanno condotta a setacciare ogni biblioteca e a scavare nelle cronache giornalistiche dell’epoca, raccogliendo i fili di una Storia che si dipana tra le vicende familiari dei Florio, famiglia tra le più in vista del periodo, e una realtà culturale che ha inevitabilmente lasciato il segno, in Sicilia e non solo.
La saga dei Florio
I leoni di Sicilia di Stefania Auci, come recita il sottotitolo del romanzo, non è altro che la rievocazione della saga dei Florio. Il primo volume di una saga familiare incentrata sul celebre clan siciliano divenuto un caso editoriale internazionale ormai diffuso in Francia, Germania, Olanda, Spagna e Stati Uniti. Cu nesci, arrinesci– Chi esce, riesce: ed è proprio traendo spunto dal noto proverbio siciliano, lo stesso che inaugura il primo capitolo del romanzo, che Paolo Florio, alla fine del ‘700 dimostrò di vederci lungo, trasferendosi a Palermo da Bagnara Calabra anticipando il presupposto che avrebbe condotto i Florio a diventare quelli che oggi tutti conoscono come i Leoni di Sicilia.
Una famiglia che ha saputo cambiare il corso della storia siciliana
Chiudere gli occhi immaginando di abbandonare la terra natia a bordo di una nave per trasferirsi nella più grande provincia di un’isola nuova, dove gli sguardi, così come le persone vivono guidate da un equilibrio immutato da secoli dove gerarchie, ruoli e tradizioni non devono e non possono in alcun modo essere modificate perché insite e radicate nel profondo. Pensare a un sogno, al desiderio di intraprendere una vita nuova nel cuore di Palermo, dove spendere sudore, alimentando speranze e aspettative con estrema determinazione, la stessa investita da una coppia di fratelli apparentemente come tante, giunti da Bagnara Calabra, per dare vita alla propria svolta personale.
Un gioco che vede il perfetto equilibrio di immaginazione e realtà, lo stesso che può essere identificato con la Famiglia Florio, conducendoci verso il centro di Via dei Materassai, cuore pulsante e commerciale della città che si stanza sulla Cala e accarezza il mare, con i sui caratteristici sentori, il pesce e una tradizione locale millenaria. Non siamo certo noi i protagonisti, ma Stefania Auci ha saputo rendere il racconto talmente veritiero, concreto e reale, così come l’intero contesto, da condurci a viaggiare quasi in prima persona all’interno di una storia meravigliosa e appassionante.
I leoni di Sicilia è il primo volume della duologia dedicata ai Florio, una famiglia unica ed emblematica che ha saputo mutare lo spirito della Belle Epoque, dove Paolo e Ignazio hanno solitamente posto le basi di quella che solo qualche anno dopo sarebbe divenuta una delle più note famiglie industriali italiane. L’autrice ha saputo unire magistralmente sentimenti e timori personali, al fascino della movimentata e controversa storia siciliana attraverso una narrazione stimolante e coinvolgente, portando il lettore ad attribuire facilmente un volto ad ognuno dei personaggi parte delle tre generazioni protagoniste del racconto. Partendo dalle spezie, transitando per lo zolfo fino alla metallurgia, per poi giungere a Marsala per dedicarsi ai tonni e alla cantieristica, i Florio di cui Paolo, Ignazio e Vincenzo ne sono testimonianza, hanno saputo costruire un impero che li ha resi signori della Sicilia, protagonisti delle fasi più discusse della storia nazionale. Stefania Auci attraverso sofisticate sottigliezze narrative, racconta in maniera leggera eppure così esaustiva e immersiva, storie di perseveranza, di forza e di rovinose cadute, ritraendo la quotidianità di una famiglia, descritta sapientemente in ogni singola sfaccettatura e carattere.
Il magnetismo che contraddistingue questa storia, non si conclude con l’ultima pagina, ma si perpetua inevitabilmente con l’insistente e quasi famelica curiosità conduce spontaneamente il lettore a documentarsi e a chiedersi come proseguirà una tra le saghe più appassionati così come quali sono i luoghi che ne hanno visto i natali e la crescita. Storicità, commercio, navi, dialetto, tradizione, sentimento, intuizioni, ribellioni, sommosse, caparbietà, determinazione, lusso, forza d’animo e convinzione. In questo romanzo c’è tutto quello che inevitabilmente al termine della lettura, comporta l’amarezza del distacco. Una lettura avvincente da cui sarà difficile separarsi…almeno fino al volume successivo
Autore: Stefania Auci
Editore: Nord
Pagine: 437