Un sabato di febbraio, un sabato metropolitano. Milano e New York sullo sfondo e personaggi diversi che si incontrano e si sfiorano. Dall'alba, al tramonto, fino al giorno dopo. Questo è il filo conduttore di Sabato e l'ABC (edizione Joker), romanzo d'esordio di Nina Oppedisano.
Una trama ben articolata, il bisogno di confrontarsi e la sensazione di solitudine si fa strada nelle poche pagine del libro. Una solitudine che si rispecchia nella difficoltà di dire, di instaurare un livello profondo di conoscenza e complicità. Un sottofondo riconoscibile, quello della grande città, con i suoi riti, i suoi vizi e le sue virtù.
Un racconto a tratti cinico, dove chi parla lo fa anche per ascoltarsi e rafforzare le proprie idee. Con delle eccezioni soprattutto verso la fine del libro.
La malinconia, la corsa verso il mare, un concerto a New York, un sogno realizzato, ma che nella realtà delude e ferisce, un sabato sera la pub, a bere un birra a Milano, una provincia malinconica, ricordata con una nostalgia a tratti struggente. Amici, fidanzati, mariti, un padre, un figlio.
Le storie si intrecciano, si bilanciamo, si aprono nel libro. Lo stile asciutto, poche le incertezze e qualche ingenuità (ad esempio l'introduzione e qualche refuso di troppo), dovute crediamo all'inesperienza, rendono la lettura piacevole. I dialoghi serrati sono ben confezionati, i personaggi sono credibili, soprattutto quelli femminili, così come il loro mondo; e sì ha la sensazione che abbiamo molte altre cose da dire.
Autore: Nina Oppedisano
Editore: Joker Edizioni
Pagine: 58